Una pubblicazione che assembla percorsi naturalistici, ricette culinarie, obiettivi turistici, origini storiche, monumenti, storie ed aneddoti, raccontate dal prof. Arrigo Faggi (maestro di Cesena “emigrato” al Sud negli anni 70′)
Non è una guida turistica, nè una raccolta di aneddoti, poesie e di ricette, ma neanche un libro di storia e narrativa locale. “Profumo di Salvia”, scritto dal prof. Arrigo Faggi e curato da Michele Parrella, è forse un po’ di tutto. Una sorta di mini antologia della storia più o meno recente di Salvia, toponimo poi mutato in Savoia di Lucania, per “volere” della Casa Savoia dopo l’attentato del salviano Giovanni Passannante al re Umberto I nel 1878 a Napoli. Anche di questo si parla nel volume che l’autore, maestro elementare di Cesena trasferitosi in Lucania alla fine degli anni ’60 (allora i docenti scendevano al Meridione per lavorare) ha voluto dedicare a quella che -nonostante L’inconfondibile accento romagnolo- resta la sua terra di adozione e dove continua i suoi lavori di recupero della memoria storica e delle tradizioni. “Profumo di Salvia” si presenta mercoledì 8 agosto, alle ore 18, nella piazzetta antistante il Municipio di Savoia di Lucania. L’evento, organizzato dalla Pro Loco (che da poche settimane ha modificato i vertici e rilanciato le proprie attività), rappresenta un ennesimo tentativo di preservazione del patrimonio culturale salviani. Una manifestazione d’affetto verso uno dei paesi più piccoli della Basilicata, ma baricentrico rispetto alle principali mete turistiche lucane e campane (i Sassi di Matera, Grotte di Pertosa, Certosa di Padula, scavi di Paestum, i nuovi attrattori di Sasso di Castalda e del Pollino, i castelli di Lagopesole e Melfi, i laghi di Monticchio, il mare di Maratea e del Metapontino), che offre esso stesso variegati percorsi naturalistici (Cascate del Luceto, chiese, imponente statua di San Rocco), prelibatezze enogastronomiche e un contesto paesano che profuma di valori quali la famiglia, la fede e l’amicizia. Un libro quasi collettivo, scritto a più mani a cui in tanti hanno voluto collaborare, dagli esperti e docenti di cucina agli anziani per il dialetto autentico. La seconda e voluminosa parte del libro (oltre cento pagine) rappresenta, forse, il vero fiore all’occhiello: si tratta di fatti più o meno veri o verosimili che da tempo si raccontano oralmente in paese. Il prof Faggi e Michele Parrella hanno messo su carta storie che, nella loro singolarità, esprimono l’anima di un paese e delle sue tradizioni. Non mancano i fatti curiosissimi raccontati con leggerezza come la capra che entra in casa e rompe uno specchio vedendoci l’immagine di una simile. Oppure lo scherzo fatto a un buontempone per una vincita milionaria al Totocalcio, l’emigrante “costretto” a bere il fiasco di vino locale che alla dogana Svizzera non gli facevano trasportare. Tante storie divertenti da leggere tutte d’un fiato per respirare il Profumo di Salvia, passato e presente. Mercoledì la presentazione, moderata dal giornalista Mimmo Parrella, sarà l’occasione -partendo dalle storie, percorsi, architettura, monumenti- per discutere sul toponimo del paese (gli autori si schierano nettamente, contro i Savoia, per il ritorno a Salvia), sulle potenzialità turistico-produttivo e sul rilancio del centro storico. Ma soprattutto si parlerà della Savoia di ieri e di oggi, provando ad immaginare il futuro. A discuterne con l’autore Faggi e il curatore Michele Parrella, il neo presidente della Pro Loco, Domenico Petrullo, l’antropologo Giuseppe Melillo e la docente dell’Unbas, Patrizia Del Puente che a Savoia -dopo il libro sul dialetto e i diversi lavoratori organizzato con l’UniTre – è ormai di casa.