Prima di pensare all’accoglienza in Basilicata di nuovi profughi è il caso di provvedere all’espulsione di quanti hanno compiuto delitti nei loro Paesi d’origine o in Italia e di quanti non hanno alcun diritto di asilo. Ebbene, dai dati aggiornati alla fine del 2017, gli immigrati rimpatriati dalla Basilicata sono stati in tutto solo 6. Tutto ciò accade perchè il contrasto agli irregolari complessivamente nel nostro Paese è sempre ridotto: su quasi 40mila migranti illegali rintracciati dalle forze dell’ordine gli espulsi raggiungono quota 45%. Secondo il Rapporto sui Centri di Permanenza per il Rimpatrio consegnata al Senato nel dicembre 2017, dal 1 gennaio al 31 dicembre 2016, le persone transitate nei
C’è poi il fattore tempi di attesa dei procedimenti giudiziari: in primo grado il tribunale in media impiega non meno di un anno a cui fanno seguito altri 15-18 mesi della Corte d’Appello, e per finire i tempi della Cassazione. In totale, almeno quattro anni nei quali a quanti è stato negato il riconoscimento di profughi vanno comunque garantiti ricovero, vitto, assistenza sanitaria gratuita, oppure in alternativa il sussidio in denaro. Per Di Giacomo non è più tempo di sottovalutare quanto è accaduto nel Centro di permanenza per i rimpatri di Palazzo San Gervasio, con la fuga di 24 migranti e con il personale delle forze dell’ordine addetto alla sorveglianza lasciato in balia della rivolta. L’analisi dei dati del Ministero dell’interno – aggiunge – conferma invece le difficoltà nell’eseguire i rimpatri nel nostro Paese e l’inefficacia dell’intero sistema di trattenimento ed espulsione degli stranieri irregolari. Siamo in presenza di una situazione – dice Di Giacomo – che è completamente sfuggita di mano per il prevalere dell’atteggiamento buonista dell’accoglienza.
comunicato stampa del segretario SPP
Aldo Di Giacomo