La cucina tradizionale lucana protagonista in Romania alla “Conferenza nazionale della Cucina” a Brasov

La cucina mediterranea e quella tradizione lucana, per iniziativa della FIC (Federazione Italiana Cuochi) delegazione Romania, partner dell’associazione rumena cuochi, sono state oggi le protagoniste della Conferenza  nazionale della cucina a Brasov (Romania). Tra gli obiettivi far conoscere le produzioni agroalimentari e vitivinicole lucane ed italiane, con particolare riferimento ai prodotti di qualità certificata; valorizzare il saper fare italiano; diffondere i valori unici della Dieta Mediterranea; presentare l’offerta formativa del nostro Paese nel settore enogastronomico; rafforzare la presenza della cucina italiana all’estero anche attraverso le attività di specializzazione dei giovani cuochi e la presentazione dell’offerta della ristorazione italiana di qualità; promuovere i “percorsi del gusto” in Italia per i turisti. Ai fornelli la presidente Fic-delegazione Romania Enza Barbaro, il coordinatore- formatore chef Pietro Benedetto (Santarcangelo) ed il segretario Giovanni Baldantoni. “La cucina mediterranea patrimonio Unesco – dice Enza Barbaro che continua a tenere corsi itineranti in varie città della Romania sulla cucina italiana e tradizionale – è  uno stile di vita ed il cuoco un promotore di salute. La formazione , la correttezza e l’etica sono le regole per il cuoco, aggiunge Pietro Benedetto. “Con la presenza di produttori italiani di pasta fresca – sottolinea Giovanni Baldantoni – intensifichiamo l’attività di promo-commercializzazione delle produzioni tipiche e di qualità del nostro Paese e della nostra regione. Secondo l’Ice l’export agroalimentare italiano in Romania è in crescita tra il 10 e il 20% nel giro di un anno. Solo la Basilicata ha un giro di export di 1,2-1,4 milioni di euro l’anno. I lusinghieri dati del rapporto Ice-Prometeia secondo cui nel 2017 il made in Italy è cresciuto – commenta Baldantoni – ci confortano e ci spronano a continuare in questa direzione. Per il nostro Paese oltre alla Romania alcuni dei Paesi balcanici – aggiunge  – rappresentano già partner commerciali importanti in tutti i settori oltre che in quello alimentare.

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