Per il secondo anno consecutivo l’Unitre di Muro Lucano ha deciso di dare una mano al Comitato Provinciale Unicef di Potenza con un laboratorio di “pigotte”. La pigotta è la bambola di pezza che Unicef Italia chiede di creare nelle scuole, con le Associazioni, ai volontari, e offre agli uomini di buona volontà per salvare con 20 euro la vita di un bambino che nei paesi più poveri muore perché non ha cibo e medicine. Le socie Antonietta Tummillo, Maria Cantore, Gerardina Zaccardo, Gerardina Fasciglione, Antonella Corrado, Denis Velazco, Boscan Borajan, Mina Cristina Taurisano, Vittoria Storione,Vittoria Loi, Gerardina Petilli, guidate da Brigida Formato hanno deciso di creare quindici pigotte. Ogni lunedì, dalle 16,30 alle 18,30, si ritrovano nell’antica sede della “Società Operaia” per dare vita a un gesto di solidarietà. Sono stato un pomeriggio con loro per conoscerle e ringraziarle con la loro presidente Milena Nigro e Cosimo Ponte. Mi hanno incuriosito i nomi di Denis Velazco e Boscan Borajan e chiedo da dove vengono e perché vivono a Muro Lucano. Mi raccontano che sono nate in Venezuela e hanno sposato cittadini di Muro. Si sentono ormai italiane anche se hanno a volte nostalgia del clima, del cibo, delle radici della loro patria. Le socie sono quasi tutte mamme e due sono nonne. Insieme curano sei nipoti, molti ormai grandi. Solo due sono pensionate delle poste, le altre sono casalinghe e con questo laboratorio usano le mani, esercitano la mente, si raccontano la vita. “Stiamo bene insieme parliamo, ci facciamo compagnia e nei pomeriggi del nostro lungo inverno è bello venire all’Unitre per ballare, fare ginnastica, imparare cose nuove, fare qualcosa per Muro Lucano. Abbiamo fiducia nell’Unicef che da tanti anni aiuta i bambini più poveri nel mondo e vogliamo dare una mano”. Subito dopo si mettono al lavoro, guidate da Brigida, la sarta, che distribuisce il lavoro, disegna i cartamodelli. Ciascuna fa la sua parte. Ci sono ancora sagome da imbottire, usano stoffe e nastri che hanno recuperato. In una società del consumismo sfrenato riciclare, riadattare è anche segno di sensibilità verso l’ambiente sempre più inquinato perché tutti noi continuiamo a comprare oggetti, abiti, cibo che sprechiamo e buttiamo via. Le socie dell’Unitre di Muro Lucano sono un esempio di amore per gli altri e in questi tempi di egoismi e paure dimostrano che i piccoli gesti sono gocce d’amore che arricchiscono chi li compie e chi li riceve.
Mario Coviello
presidente Comitato Provinciale Unicef di Potenza