Si finge ventenne e adesca una tredicenne potentina sul web facendola spogliare. Condannato a 13 anni di reclusione uomo catanese
Redazione
Il collegio del Tribunale di Potenza, presieduto da Federico Sergi, ha condannato a 13 anni di reclusione e 50mila euro di multa un 65enne catanese, accusato di prostituzione minorile, pedo-pornografia e violenza sessuale aggravata ai danni di una ragazzina tredicenne della provincia di Potenza. Il verdetto è arrivato venerdì scorso dopo il deposito della perizia psichiatrica disposta dal Tribunale, che ha evidenziato la piena capacità di intendere e volere dell’uomo, tuttalpiù afflitto da una forma di depressione che ne avrebbe potuto inibire le pulsioni, ma in concreto non è stata sufficiente a farlo desistere dalle sue azioni. In aula il pm Valentina Santoro aveva chiesto una condanna a 12 anni di reclusione. Il 65enne catanese è accusato di aver agganciato la vittima, assieme ad altri giovanissimi della provincia di Potenza, con un banale telefonino, utilizzando un profilo falso su un social network, in cui si fingeva poco più che ventenne. Di lì in avanti, nel giro di soltanto pochi mesi, la loro frequentazione virtuale si sarebbe evoluta in una relazione morbosa, attraverso interminabili sessioni in chat, con la ragazza “catturata” da quell’uomo così determinato e sicuro di sé. Lui conduceva le “danze”, e le faceva delle richieste sempre più spinte. Lei lo assecondava, inviandogli video in cui ballava seminuda: “spot” con tanto di cartello, dove comparivano i numeri dei cellulari da ricaricare. Fino a quando la ragazzina non ha percepito che qualcosa non andava e il sentimento nei suoi confronti non era genuino. Solo che a quel punto -sempre secondo gli investigatori- lui l’avrebbe minacciata di diffondere le sue foto e suoi video a luci rosse a conoscenti e compagni di scuola. Per questo non ha potuto più tirarsi indietro. A sporgere denuncia ai carabinieri di Acerenza sono stati i genitori della tredicenne, preoccupati per il comportamento «anomalo della figlia, che dava segni di grave squilibrio». Così sono partite le indagini e gli inquirenti si sono decisi a intervenire quando è scattato l’allarme per una situazione che sarebbe potuta degenerare. L’uomo, infatti, che non ha mai incontrato dal vivo la sua vittima, aveva iniziato a pressarla chiedendole di incontrarsi con un altro uomo, che lei non conosceva. Le avrebbe spiegato come riconoscerlo, e avrebbe cercato di convincerla ad assecondare i suoi desideri dietro compenso. Quindi è scattato il sequestro dello smartphone del 63enne, in cui sarebbero stati conservati alcuni dei video della ragazza, e a novembre del 2015 l’arresto. (Fonte: Il Quotidiano del Sud)