La Scuola primaria di Bella con “Scuola Amica Unicef” educa alla relazione autentica
Redazione
Dopo la pausa natalizia, che si è prolungata a causa delle abbondanti nevicate della scorsa settimana, sabato 12 e lunedì 14 gennaio 2019, in qualità di Presidente del Comitato Provinciale Unicef di Potenza, ho incontrato le insegnanti Clementina Grieco, responsabile Unicef presso l’Istituto Comprensivo di Bella, Clelia Latalardo, Rocchina Ricciardella e Teresina Esposito e i loro alunni di seconda, terza e quarta elementare. Gli alunni della terza mi hanno accolto con questa “Filastrocca delle emozioni/dei coraggiosi e dei fifoni, /del bambino che si stupisce/ che ogni giorno finisce. Filastrocca di chi ha paura/quando la notte diventa scura, /del bambino che scoppia di rabbia/e la vorrebbe chiudere in gabbia. Filastrocca di chi è contento/ e con gli amici corre nel vento, / del bambino che è sempre triste/ e chiede tutto l’amore che esiste”. (Giuseppe Bordi). Ci siamo seduti in cerchio, ci siamo guardati negli occhi, presi per mano e ci siamo presentati, piccoli e grandi. Poche semplici regole: non commentare, non interrompere, e dire “passo” se non si ha voglia di parlare e quando abbiamo finito. Abbiamo raccontato di noi, di cosa ci piace e cosa non ci piace, di quello che ci fa paura e cosa ci fa arrabbiare, chi ci dona serenità e felicità e cosa ci provoca invidia, malinconia. Quasi tutti, piccoli e grandi mettono al primo posto la famiglia e gli amici. Sono il papà e la mamma, i fratelli e le sorelle, gli amici di classe e di squadra, la gioia e, a volte, il dolore per ciascuno dei piccoli.” Non ci piace quando i grandi gridano, non ce n’è bisogno, tanto capiamo lo stesso”. “Qualche volta prendiamo le botte”. “Ci fa paura il buio”. “Sono a disagio quando gli amici mi prendono in giro”. “Io vado d’accordo con tutti, non m’importa il colore della pelle”. Mi arrabbio quando la mia sorellina tocca le mie cose”. “Faccio a botte con mia sorella, con mio fratello..”. E sono sopratutto gli oggetti che hanno portato da casa che raccontano il mondo di ciascuno. La maestra Clementina, con un pennino e un calamaio, ha portato il cucchiaio regalato dal nonno quando è nata.” E’un pò grande-ha spiegato – perché mio nonno aveva paura che soffocassi”. La maestra Rocchina mostra le foto del suo papà e della sua mamma, scomparsi di recente, e ricorda che i “suoi alunni” le hanno chiesto se potevano confortarla con la loro presenza nei giorni dei funerali. La maestra Clelia, commossa, mostra ai suoi piccoli di seconda il diario che, a sorpresa, la figlia le ha regalato il giorno del suo cinquantesimo compleanno con tanto foto di loro due insieme e parole di affetto scritte con il cuore. La maestra Teresina con un ciondolo a forma di cuore, regalato da un alunno “difficile” di S. Antonio Casalini, ha raccontato la sua gioia per essere riuscita a motivarlo. Ha accarezzato un foulard nero e poi di un grigio sempre più chiaro di sua madre, che rilascia ancora il suo odore e un segnalibro che suggerisce il suo grande amore per la lettura. E anche i piccoli e i più grandi tirano fuori peluche, fotografie, regali ricevuti. Album con le figurine dei calciatori, maglie delle squadre preferite, copertine della culla e abiti, e tanti regali ricevuti da parenti e amici, giocattoli lego costruiti e giocattoli rotti. Il video del battesimo guardato tante volte. E mentre raccontano si emozionano e io sottolineo che dire buongiorno, ridere, piangere, sorridere, dire grazie, scusa, ho sbagliato, fa bene e fa crescere. Gli incontri diventano una occasione per educare all’ascolto attivo, alla relazione autentica, al rispetto, cardini per prevenire la discriminazione e la violenza che i moderni mezzi di comunicazione di massa possono provocare. La proposta educativa Unicef 2019 “Non perdiamoci di vista” porta avanti la campagna di raccolta fondi #tuttiascuola a tutela del diritto all’istruzione. Sono due le proposte per gli istituti scolastici. E’ possibile sostenere il progetto “Bangladesh-Istruzione di qualità” per aiutare i bambini e le bambine di questo paese a concludere il ciclo scolastico rinnovando o costruendo aule nei luoghi del paese più svantaggiati. E’ anche possibile, con meno di 200 euro, regalare una “School in the box” ai bambini che vivono in situazione di emergenza umanitaria, al fine di garantire loro il diritto all’istruzione. “School in the box” è un originale kit pensato per attrezzare una classe di 40 bambini in situazione di emergenza e per consentire agli insegnanti di improvvisare delle classi ovunque. E i ragazzi di Bella hanno rinunciato volentieri ad un pacco di patatine, o di figurine per aiutare i loro compagni meno fortunati.