A Potenza, Vietri e Oppido Lucano il viaggio dell’Unicef con il docu-film “Sotto Pelle”

In Italia vivono da tempo tanti uomini e tante donne, molti bimbi e anziani che hanno il colore della pelle diverso dal nostro. Vengono dal Marocco, dal Mali, dalla Nigeria, e ancora dal Pakistan, dall’Iran. Molti sono in Italia da tempo. Si sforzano di vivere da noi, con noi, con la dignità delle persone povere, ma ricche di valori umani. Dobbiamo solo avere il coraggio di guardarle negli occhi, trovare il tempo di ascoltare le loro storie. Sono scappati dalla guerra, dalla fame, dalla violenza perché sperano in un presente e in un futuro giusto, dignitoso, in pace. Il loro corpo è segnato dalle sofferenze, dalle torture subite durante il viaggio nel deserto, nelle carceri in Libia, durante la traversata del Mediterraneo, in barconi stracolmi. Il Comitato Provinciale Unicef di Potenza, dal mese di gennaio, accompagna nelle scuole della provincia di Potenza e non solo la proiezione di “SottoPelle” il docu-film di Giuseppe Russo. SottoPelle fa parlare Makan, Bintou, Mamadou, Queen, Miracle, Junior, ragazzi, uomini e donne che ti guardano dallo schermo negli occhi e ti svelano la loro anima, i loro sogni. E quando, come è avvenuto anche questa settimana con i ragazzi e le ragazze delle scuole di Oppido Lucano e Vietri di Potenza, quando si riaccendono le luci, e nei loro occhi scopri la commozione, sono consapevole di aver raggiunto l’obiettivo: ho fatto crescere in quei giovani una nuova consapevolezza. A Oppido Lucano il dirigente scolastico Gerardino Sessa ci ha accolto con calore e i docenti e gli alunni ha mostrato sensibilità partecipazione e generosità. Con me Caterina Traficante e i suoi ragazzi Makan e Bakoo, minori stranieri non accompagnati che l’Associazione ARCI accoglie e guida a Rionero. Dopo la proiezione i due giovani hanno risposto alle domande dei ragazzi e delle ragazze: “Ti piace stare in Italia?”, Qual è stata la tua paura più grande?”, E adesso cosa fai “E soprattutto tutti hanno voluto stare vicino a loro per la foto di gruppo con la bandiera dell’Unicef, sorridendo hanno “battuto il cinque”, prima di tornare in classe. Anche con gli alunni della scuola media di Vietri di Potenza, grazie al dirigente scolastico Vincenzo Vasti e alla professoressa Maria Teresa Mastroberti, e nel Liceo Classico di Potenza, sempre durante la settimana appena trascorsa, “Sottopelle” ha avuto un pubblico attento e partecipe. Quando ci sono di mezzo i bambini, gli innocenti, quelli che eravamo noi, i tanti pezzetti di noi sparsi all’intorno, ebbene, c’è poco da voltarsi dall’altra parte, ancor meno da rifugiarsi nelle leggi e nelle prescrizioni, per far sì che la coscienza rimanga al calduccio più accogliente. I bimbi non hanno colpe, non sanno neppure cosa significhi inadempienza, insolvenza, precarietà e impossibilità. L’Unicef di Basilicata, nel suo piccolo, ha deciso di intercedere, per dirla alla Cardinal Martini, di fare un passo non solo avanti, ma addirittura in mezzo, là, dove la tempesta infuria. Per suggerire un no deciso al razzismo, alla paura. E’ urgente, soprattutto oggi, in questi giorni, in Italia, nel Sud, prendere posizione, mettersi in mezzo, di traverso letteralmente, quando il virtuale annienta il reale, le frasi fatte e coniate a più riprese su come la paura sia soltanto un surrogato da seppellire nella sfrontatezza della sfida. Come ha detto qualcuno: le paure indicano che possiamo perderci, che c’è un labirinto, che ci sono mostri; molte volte però i mostri sono dentro di noi e siamo noi a renderli tali. Quando sono i bambini, le persone che soffrono che ci chiedono aiuto proprio perché soffrono, c’è poco da disegnare slogan a pochi denari. Piuttosto c’è da mettere in campo la solidarietà costruttiva, quella edificata attraverso il sudore della fatica, le emozioni del cuore, indipendentemente dai rumori della pancia.

Mario Coviello

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