“Appello a resistere e a non rimanere in silenzio”
Sabato scorso, nella nostra stupenda Capitale Europea della Cultura, ha avuto luogo il Matera Heroes Pride. Tanti giovani e meno giovani sono scesi in strada per rivendicare la diversità come ricchezza per il nostro territorio e per tutto il mondo, e la libertà di essere se stessi come valore, quale che sia il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere. Ho avuto la fortuna di incontrare, tra di loro, tantissime persone originarie del materano o di altre località della regione, che hanno scelto di vivere lontani dalla propria terra ma che sono tornati appositamente, vivendo questa manifestazione quasi come una rivincita. In tanti, pieni di emozione, sono stati felici di fare ritorno durante una manifestazione dipinta di ogni colore e sfumatura, tanto più in un territorio che, nella stragrande maggioranza dei casi, non è stato in grado di farli sentire inclusi ed accettati, liberi di esprimersi e di vivere la propria vita appieno. I pride non sono numeri, sono persone, sono vite, sono famiglie e sono genitori che chiedono di essere ascoltate e un‘istituzione, quale che sia il suo colore politico, ha il dovere di farlo. Diritti sociali e diritti civili devono poter avanzare insieme, solo cosi si può ottenere la piena realizzazione della persona. Ignorare l’esistenza di una parte di lucani è una offesa gravissima. Per quanto tanti passi in avanti siano stati fatti (ed il Pride stesso ne è una prova), c’è ancora moltissima ostilità verso manifestazioni come quella di sabato scorso. La più grave, a mio avviso, è rappresentata dalla prima istituzione, la Regione Basilicata, la quale, tramite la nuova amministrazione di centrodestra, ha praticamente ignorato la richiesta di patrocinio al Pride di Matera. Insomma questa terra continua a prendere a pugni in faccia una parte della propria popolazione che chiede solo di essere rispettata ed accolta, continuando, persino nel 2019, ad escluderla e a non riconoscerla. Tutto ciò non può e non deve passare sotto silenzio. Ed è per questa ragione che chiedo a quella grande fetta di cittadinanza attiva, costituita non solo dai movimenti politici o sindacati, ma anche dalle associazioni di volontariato, che è quotidianamente impegnata a difendere i principi della Costituzione nel territorio lucano, di far sentire la propria voce e di esprimere la propria indignazione verso ogni atto come questo. Perché quando si ledono i diritti e la dignità delle persone e quando una intera parte della popolazione lucana non viene riconosciuta bensì esclusa o, peggio ancora, ignorata, la qualità della democrazia risulta venir fortemente indebolita per tutte e tutti i cittadini lucani. Antonella Giosa
attivista diritti civili
“Heroes Pride” in Basilicata, l’attivista Giosa: “Si ledono i diritti e la dignità delle persone, non restiamo in silenzio”
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