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[FOTO E VIDEO] Potenza, percepivano pensione di invalidità ma giocavano a carte, zappavano la terra e facevano concerti. 40 persone indagate

Le attività d’indagine coordinate dalla Procura della Repubblica e svolte da personale della Squadra Mobile della Questura di Potenza ha consentito di identificare i componenti di un sodalizio criminale composto da faccendieri, medici ed avvocati potentini volto al compimento di truffe seriali ai danni dell’Inps, che hanno causato all’ente un danno di alcune centinaia di migliaia di euro, ancora da quantificare esattamente. Pertanto, nel corso della mattinata odierna agenti della Squadra Mobile della Questura di Potenza hanno eseguito, coordinati da questa Procura della Repubblica, una serie di’ provvedimenti cautelari disposti dal Gip del Tribunale di Potenza nei riguardi di sei persone che in veste di promotori-organizzatori o di meri partecipi hanno dato vita ad un’associazione a delinquere dedita al compimento di una serie di reati quali corruzione, truffa e vari falsi ai danni dell’Inps. Il numero degli indagati è tuttavia di circa 40 soggetti che, a vario titolo, hanno beneficiato dell’attività delittuosa o cooperato alla stessa. Ogni appartenente all’associazione si è occupato di un preciso segmento della condotta criminale volta come detto all’indebita erogazione da parte dell’INPS della pensione o dell’indennità di accompagnamento. Alcuni suoi membri, infatti, si occupavano di reclutare persone anziane intenzionate ad avviare l’iter per il riconoscimento della pensione dell’invalidità, dell’assegno ordinario di invalidità e dell’indennità di accompagnamento nonostante mancassero i necessari presupposti, altri provvedevano a creare la falsa documentazione (anche sanitaria) necessaria ad ottenere i benefici, ed altri ancora a seguire i contenziosi con l’INPS che ne scaturivano e in particolare anche l’assistenza legale in caso di provvedimento di diniego da parte delle commissioni di riconoscimento dell’Inps. Questo vero e proprio circuito criminale operante in tutto il territorio del capoluogo lucano comprendeva come accennato medici, avvocati, mediatori e veri e propri “procacciatori d’affari” che operavano che avvicinavano soprattutto persone anziana allettandole con l’idea di facili guadagni. L’indagine è stata complessa poiché si è avvalsa di attività tecniche quali, intercettazioni telefoniche e ambientali, servizi di o.c.p. unitamente ad un’articolata analisi documentale. In particolare, di fondamentale rilevanza investigativa sono stati i servizi di osservazione svolti dagli investigatori della Squadra Mobile che hanno accertato in maniera inconfutabile l’assenza delle patologie che erano alla base dell’erogazione della pensione o dell’indennità di accompagnamento. I casi più eclatanti, tra quelli documentati dagli inquirenti, comprendono quello di un falso cieco ripreso dai poliziotti mentre gioca a carte, oppure quello di una persona affetta ufficialmente da una grave patologia depressiva che è stata vista partecipare quasi quotidianamente a rassegne canore nel ruolo di cantante folk, o ancora quello di una persona che per ottenere un’indennità di accompagnamento si presenta dal medico su di una sedia a rotelle, ma, non appena giunge presso la propria abitazione, miracolosamente si alzava e cominciava a coltivare il proprio campo utilizzando una zappa.

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