Lo sappiamo tutti fin troppo bene, la pubblicità oggigiorno permea gran parte della nostra vita. In ogni istante, spesso senza nemmeno accorgercene, siamo soggetti a stimoli pubblicitari che ci invitano ad acquistare qualcosa o a compiere una certa azione. In un mercato economico in costante crescita e condizionato da una competitività accesissima tra le varie aziende, il fatto di essere costantemente rappresentate è un fattore fondamentale. È per questo motivo che le forme stesse della pubblicità si stanno evolvendo radicalmente, di pari passo con l’evoluzione dei sistemi di comunicazione e di fruizione delle informazioni.
LE TIPOLOGIE DI PUBBLICITÀ
Fino a qualche tempo fa eravamo abituati a vivere la pubblicità tramite due veicoli fondamentali, più altri piccoli mezzi (molto diffusi ma enormemente meno efficaci dei principali due): stiamo parlando di Tv e carta stampata. Sin dallo storico Carosello, il mezzo principale di pubblicità per un’azienda era proprio la televisione, evolvendosi rapidamente sino a raggiungere il suo apice tramite le Tv private che – possiamo dire – vivono quasi esclusivamente di ricavi dalla pubblicità. Per via della grossa fruibilità di cui la televisione godeva – e gode tutt’ora – questo mezzo era di gran lunga il più utilizzato. A seguire si piazzava la pubblicità su carta stampata che, nonostante i valori di outreach nettamente inferiori, manteneva una certa importanza e generava una buona fetta del mercato totale delle aziende.
Ma il mondo va avanti e i sistemi di informazione (e di fruizione degli stessi) si sono evoluti molto. Qual è infatti oggigiorno il mezzo che viene più utilizzato per la ricerca e la trasmissione di informazioni? La risposta è nota a tutti: Internet. Il web – ancor più quando si è reso fruibile anche tramite smartphone – rappresenta ora il segmento più importante per quanto riguarda lo scambio di dati e di informazioni; va da sé, dunque, che anche i sistemi pubblicitari abbiano iniziato a percorrere massicciamente questa via.
I NUMERI DI UNA CRESCITA CLAMOROSA
Innanzitutto, è da rilevare che il comparto del mercato pubblicitario in generale registra da diversi anni una costante crescita: +2,8% nel 2017, e una media attorno al 4% negli anni 2018 e 2019, che porterà nel 2020 l’intero comparto su una cifra di 9 miliardi di euro.
Un interessante studio di Pwc intitolato Pwc Entertainment&Media Outlook Italy 2018-2022, ci mostra come il 2019 rappresenta un anno di svolta che possiamo definire epocale: quest’anno infatti è previsto il sorpasso della pubblicità digitale rispetto a quella televisiva, forte di un tasso di crescita che da diverso tempo si attesta attorno al 9,7% l’anno, tanto da portare il valore economico totale del comparto digitale a 4,2 miliardi di euro nel 2022.
Ovviamente la televisione continuerà a mantenere un profilo assolutamente rilevante (si stima attorno al 35%), trainata da eventi tipicamente televisivi come le gare sportive, che quindi offriranno la possibilità di sfruttare grossi blocchi pubblicitari. Tuttavia, è inevitabile il trend in calo rispetto all’online, soprattutto in considerazione dell’inevitabile e costante decentramento della fruizione di informazioni dalla televisione al web (tant’è che molte televisioni stanno, esse stesse, spostando sui loro siti online anche i contenuti sportivi, di modo da rendere la fruizione di contenuti sempre più targettizzata e on demand).
In mezzo a questo mercato pubblicitario così fiorente, nascono dunque compagnie – come ad esempio https://www.maxilia.it – il cui scopo è proprio fornire servizi pubblicitari per grandi aziende, di modo da rendere i contenuti sempre più accessibili, interessanti e facili da raggiungere.
IL FUTURO
Ciò che risulta chiaro è che la forma pubblicitaria più importante sarà sempre di più quella web, declinata a sua volta in molti modi come mobile video, banner, SEM e SEO. È un passaggio storico imposto dal cambiamento delle abitudini sociali delle persone, che non più navigano, ma ormai vivono il web in maniera completamente imprescindibile.