Matera al 93/o posto e Potenza addirittura al 103/o: sono le posizioni che le due province lucane occupano nella classifica dell’”indice della criminalità” e del totale dei delitti pubblicata oggi dal quotidiano «Il Sole 24 Ore», in base ai dati del dipartimento di Pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno, con riferimento al 2018. Matera ha registrato l’anno scorso 2.591,6 denunce ogni centomila abitanti, con un calo dell’1,9 per cento rispetto al 2017; ha fatto molto meglio Potenza, con 2.216,1 denunce ogni centomila abitanti e una diminuzione del 3,9 per cento rispetto al 2017.
Per quanto riguarda i furti negli esercizi commerciali, Matera è al 98/o posto, con un calo dell’1,1 per cento; Potenza occupa la posizione 105, con un aumento dell’1,8 per cento; nella classifica dei tentati omicidi, fra le ultime spicca la 101/a posizione di Matera, con una diminuzione del 66,7 per cento. In relazione alle denunce per furto ogni centomila abitanti, Potenza è al 105/o posto, con un calo del 5,3 per cento. La provincia del capoluogo di regione si piazza al centesimo posto anche nella graduatoria per i furti in abitazione, con un calo del 4,5 per cento rispetto al 2017. Praticamente appaiate (101/o e 102/o posto) sono Potenza e Matera nella classifica dei furti con destrezza: il capoluogo di regione con un aumento del quattro per cento, la Capitale europea della Cultura 2019 con un calo del 27 per cento.
La classifica degli incendi propone una novità non proprio piacevole: Matera è al primo posto fra «le prime», anche se la variazione rispetto al 2017 parla di un calo del 47,6 per cento. In questo caso, Matera precede Crotone e Cosenza. Anche Potenza si affaccia nella categoria «prime» nella classifica delle denunce ogni 100 mila abitanti per associazione per delinquere: il dato è in perfetta continuità con il 2017, con una variazione pari a zero (terzo posto, dietro Ragusa e Perugia). Infine, nelle violenze sessuali, Potenza e Matera (97/a e 98/a posizione) guidano la classifica delle «ultime». Le due province lucane non compaiono né fra «le prime» né fra “le ultime» nelle classifiche su omicidi volontari consumati, furti di auto, scippi, estorsioni, rapine, riciclaggio e impiego di denaro, stupefacenti, truffe e frodi informatiche, associazione di tipo mafioso e usura: è un «segnale» anche questo (soprattutto, dal punto di vista di una ex «isola felice”) di una realtà che forse sta cambiando.
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno