In Basilicata più di un bambino su cinque (il 21,2 per cento) è in povertà relativa e solo il 6,9 per cento degli infanti accede agli asili nido. Sono i numeri di una vera e propria emergenza, contenuti nella decima edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio, pubblicato da Save the Children nell’ambito della campagna «Illuminiamo il futuro», che ha fotografato non solo una Basilicata, ma anche un’Italia che appare essere sempre più vietata ai minori. e rilanciando la petizione in cui chiede la restituzione di luoghi abbandonati per le attività di bambini e ragazzi e scuole sicure.
Ma cosa si intende per povertà relativa? Si tratta di una povertà non solo di natura economica, ma anche educativa. Una povertà che si riflette su una serie di indicatori chiave che fotografano lo stato dell’infanzia nella nostra regione, nella quale, anche a causa della congiuntura economica non positiva, negli ultimi dieci anni sono nati sempre meno bambini: la percentuale di nuovi nati, infatti, è scesa del 24,5 per cento rispetto al 2008, con una piccola quota di bambini e adolescenti con cittadinanza non italiana che sono oggi il 4,6 per cento della popolazione dei minori nella regione. Il dato lucano sulla povertà relativa è in linea con la media nazionale, che si attesta, secondo Save the Children, al 22 per cento: a livello nazionale, negli ultimi dieci anni, il numero dei minori in Italia che vivono in povertà assoluta è più che triplicato, passando dal 3,7 per cento del 2008 al 12,5 del 2018. Parliamo di 1,2 milioni di bambini: un record negativo che ha visto un peggioramento negli anni più duri della crisi economica, tra il 2011 e il 2014. Ma non è tutto, perché l’Atlante dell’Infanzia ci rivela anche che in Basilicata solo il 6,9 per cento dei bambini ha accesso ai servizi per la prima infanzia (dato sostanzialmente stabile dal 2008), con una spesa media pro-capite dei comuni che si attesta sui 300 euro per l’elargizione di questi importanti servizi. Si tratta del quarto importo più basso tra le regioni italiane, a conferma che anche su questo fronte la Basilicata non può sorridere.
Quasi come un effetto domino, poi, Save the Children, ha reso noto che anche la scuola è stata in questi anni colpita pesantemente, non solo nella nostra regione, ma in tutto il Paese. I tagli alle risorse, però, hanno finito per penalizzare le aree già in difficoltà, come la nostra. E, sebbene nell’ultimo decennio si siano fatti grandi passi in avanti sul tema della dispersione scolastica, le differenze tra le varie regioni restano molto ampie: su questo fronte la Basilicata si attesta sull’11,1 per cento, dato inferiore alla media nazionale (14,5), che, però, registra un miglioramento rispetto al 2008 (-2,8 per cento). Ma, a proposito di scuole, secondo Save the Children e il suo Atlante, i plessi restano luoghi non sicuri per gli studenti italiani, vista la fragilità sismica e idrogeologica. In tal senso, in Basilicata il 54,1 per cento degli edifici scolastici resta privo del certificato di agibilità: si tratta di un numero di poco inferiore alla media nazionale (53,9), ma resta comunque un dato emblematico, che conferma ancora una volta come la nostra non sia, purtroppo, una regione per giovani.
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno