Sono emozionato perchè finalmente ho la possibilità di incontrare i ragazzi delle terze della scuola media di Bella per avviare, in qualità di presidente del Comitato Provinciale Unicef di Potenza, “Non perdiamoci di vista”, la proposta educativa di Scuola Amica Unicef che aiuta a prevenire bullismo e cyberbullismo. Sono emozionato perchè sono stato il preside di questa scuola per quattordici anni e docente di lettere per circa 30 anni.Al mio quinto anno di pensionamento, grazie alle professoresse mie amiche Franca Paterna e Maria Teresa Cianciotta, coadiuvate dalla professoressa Laura Cutullè, sono in cerchio con ragazzi di Bella e S.Antonio Casalini che ho visto crescere alla scuola dell’infanzia e nei primi anni della scuola primaria.In ciascuno dei ragazzi e ragazze ai quali “ordino” di guardarmi negli occhi con la fatidica frase “ A me gli occhi “, che uso in tutti gli incontri che mi hanno portato a conoscere migliaia di ragazzi della provincia di Potenza, ritrovo il bambino e la bambina che muove i primi passi in un’ambiente nuovo. Li trovo cresciuti, maturi, consapevoli, molto disponibili a mettersi in gioco con le loro docenti. Mi confessano di essere curiosi in relazione all’esperienza che stanno per cominciare.In circa tre ore porto avanti due laboratori con la terza B “Presentiamo le nostre emozioni” e con la terza A “Messaggi segreti”. Comincio con la terza B e scrivo alla lavagna le tre domande a cui devono rispondere, in maniera anonima, su tre foglietti che ho già distribuito: Cosa/chi ti fa star bene, Cosa ti fa paura, Cosa ti annoia o ti fa stupire. Si distribuiscono nell’aula e, concentrati, si interrogano. I foglietti ripiegati in quattro, dopo dieci minuti, sono tutti in una scatola al centro del cerchio delle emozioni che stanno vivendo. Invito ad alzarsi e a prendere, a caso, un foglietto e a leggerlo ad alta voce. Il “gioco” li diverte e, alla fine, vincendo qualche ritrosia, tutti leggono quanto scritto…” “Mi fanno star bene gli amici, la mia famiglia, la musica, un buon libro (qualcuno perfino la scuola…). Non ho paura di nulla, ho paura della solitudine, della malattia, della morte, di perdere i genitori…Mi annoio quando non so cosa fare, quando sono solo, quando non c’è connessione, quando le persone parlano troppo…. E poi il confronto sereno, vivace sulle mie domande. Ci riconosciamo nelle paure…gioie che abbiamo ascoltato…? Dopo aver ascoltato quanto scritto dagli altri, vorresti aver scritto qualcosa di diverso…? E’ utile condividere con gli altri le nostre paure.. gioie..? Chiudo il primo incontro con la distribuzione del passaporto dei diritti Unicef in occasione del 30 anni dall’approvazione della Convenzione sui diritti del bambino. Presento la mascotte natalizia dell’Unicef l’orsetto Teddy che viene subito adottato dall’intera classe e mi trasferisco in terza A. Qui, dopo le presentazioni iniziali, in cerchio, faccio partire un brano musicale e invito ciascun ragazzo/a ad attaccare un foglio bianco sulle spalle di un compagno/a e distribuisco dei pennarelli. Dopo un poco interrompo la musica e chiedo a ciascuno di scrivere sul foglio del compagno qualcosa che conoscono di lui. Do’ il tempo necessario affinchè ciascuno si senta libero di scrivere quello che sente. La musica si interrompe per cinque volte.L’atmosfera si riscalda e finalmente il foglio viene staccato dalla schiena e ciascuno può leggere, seduto nuovamente in cerchio, quello che i compagni hanno scritto di lui. Liberamente si avvia un riflessione…” Mi sento rappresentato da quello che i miei compagni hanno scritto di me? Che emozione provo nel leggere i loro messaggi, giudizi…? Ho preferito non scrivere a qualcuno…? Poichè la classe appare nelle risposte sostanzialmente unita, quasi tutti dicono che è vero quello che hanno letto. Molti affermano che avrebbero scritto di più. Qualcuno parla di “parole pesanti”. Riconoscono nei compagni amicizia sincera, capacità di far ridere genuinità, gentilezza. Qualcuno/a è permaloso, secchiona e per uno dei ragazzi la frase… “Sei come un secondo padre per noi..”. Presento poi il decalogo del linguaggio sull’uso dei social “il manifesto della comunicazione non ostile (www.paroleostili.it//decalogo) e insieme riflettiamo sulla necessità, anche nei social di usare un linguaggio sempre rispettoso verso l’altro. Concludo con un invito ad approfondire la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia che distribuisco. Molti si dichiarano disponibili ad aiutare Unicef nella campagna natalizia per le vaccinazioni e l’istruzione delle bambine nei paesi poveri. Grazie ragazzi, grazie professoresse. Alla prossima.
Mario Coviello