In Basilicata ci si sposa di più, ma, pur aumentando nella nostra regione i matrimoni celebrati con rito civile, siamo sempre ultimi in Italia per questa tipologia di nozze. È quanto emerge dai dati pubblicati, come ogni anno, dall’Istat, dai quali emerge che nel 2018 (così come nel 2017) la nostra è stata la regione d’Italia nella quale si è contratto il minor numero di matrimoni civili. A fronte di 2142 matrimoni complessivi registrati l’anno scorso (nel 2017, invece, erano stati 2057), solo il 20,4 per cento è stato celebrato con rito civile (nel 2017 erano stati il 19,7). Netta la differenza rispetto alla media italiana, attestatasi sul 50,1 per cento e anche rispetto a quelle regioni che, da questo punto di vista, hanno fatto registrare le percentuali più alte.
Nell’ordine la provincia di Bolzano (68,2 per cento), Valle d’Aosta (67,8) ed Emilia Romagna (67,5). Inutile precisare che, mediamente, le regioni nelle quali ci si sposa di più con rito civile sono quelle del Nord: in quell’area del Paese, infatti, la media è stata del 64 per cento (Nord-Est) e del 63,9 (Nord-Ovest), mentre al Centro si è fermata al 59,5 e, al Sud, al 30,4. A fare compagnia alla nostra regione ci sono Calabria (22,4 per cento), Molise (29,4), Campania (31,2), Puglia (31,3) e Sicilia (31,8). Siamo, inoltre, una delle regioni nelle quali gli sposi scelgono sempre meno il regime di comunione dei beni: con il 21 per cento (nel 2017 era stata del 23,2), infatti, ci posizioniamo appena al di sopra di Valle d’Aosta (18 per cento) e Calabria (19,9), a fronte di una media nazionale del 27,1 per cento.
Siamo ultimi anche per i matrimoni con stranieri: solo il 7,8 per cento dei matrimoni celebrati in Basilicata nel 2018 aveva uno dei due sposi con nazionalità diversa da quella italiana, stessa percentuale di Puglia e Sicilia (nel 2017 era stata ancora più bassa, del 6,8). La media italiana, invece, è del 17,3 e la zona del Belpaese con il maggior numero di nozze con almeno uno straniero nella coppia è risultata essere la provincia di Bolzano con il 30,1 per cento. Ma qual è l’età media degli «sponsali» lucani? Se ci riferiamo a quella ponderata con i quozienti specifici di nuzialità tra i 16 e i 49 anni, per i maschi lucani alle loro prime nozze l’età media è stata di 34,2, mentre quello delle donne di 31,6, in entrambi i casi non molto diversa dalle rispettive medie nazionali. Se, invece, l’età media la si calcola senza tenere conto della fascia di età sopra riportata, ovviamente si sale e, per i maschi di Basilicata, l’età media delle prime nozze sale fino a 35,2, mentre per le donne si ferma a 32,1: anche in questo caso siamo più o meno nella media italiana. Siamo, inoltre, decisamente sotto la media nazionale per quanto riguarda i matrimoni in seconde nozze. In Basilicata, infatti, nel 2018 si è registrato solo il 7,8 per cento di matrimoni con almeno uno sposo alle seconde nozze. Il 5,6 per cento per divorziati e vedovi, il 4,1 per il gentil sesso. In entrambi i casi si tratta delle percentuali più basse d’Italia, mentre quelle più elevate si sono osservate, nell’ordine, in Valle d’Aosta (30,8 per cento del totale delle celebrazioni), Liguria (30,7), e Friuli-Venezia Giulia (30,2). Viceversa, le incidenze più basse, oltre a quella della Basilicata si rilevano in Calabria (8,9 per cento) e Campania (9,8), con percentuali più che dimezzate rispetto al valore medio nazionale. I matrimoni successivi al primo sono più diffusi laddove si registrano i tassi di divorzio più elevati, ovvero nelle regioni del Nord e del Centro.
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno