In Basilicata ci si sposa di più, ma, pur aumentando nella nostra regione i matrimoni celebrati con rito civile, siamo sempre ultimi in Italia per questa tipologia di nozze. È quanto emerge dai dati pubblicati, come ogni anno, dall’Istat, dai quali emerge che nel 2018 (così come nel 2017) la nostra è stata la regione d’Italia nella quale si è contratto il minor numero di matrimoni civili. A fronte di 2142 matrimoni complessivi registrati l’anno scorso (nel 2017, invece, erano stati 2057), solo il 20,4 per cento è stato celebrato con rito civile (nel 2017 erano stati il 19,7). Netta la differenza rispetto alla media italiana, attestatasi sul 50,1 per cento e anche rispetto a quelle regioni che, da questo punto di vista, hanno fatto registrare le percentuali più alte.
Siamo ultimi anche per i matrimoni con stranieri: solo il 7,8 per cento dei matrimoni celebrati in Basilicata nel 2018 aveva uno dei due sposi con nazionalità diversa da quella italiana, stessa percentuale di Puglia e Sicilia (nel 2017 era stata ancora più bassa, del 6,8). La media italiana, invece, è del 17,3 e la zona del Belpaese con il maggior numero di nozze con almeno uno straniero nella coppia è risultata essere la provincia di Bolzano con il 30,1 per cento. Ma qual è l’età media degli «sponsali» lucani? Se ci riferiamo a quella ponderata con i quozienti specifici di nuzialità tra i 16 e i 49 anni, per i maschi lucani alle loro prime nozze l’età media è stata di 34,2, mentre quello delle donne di 31,6, in entrambi i casi non molto diversa dalle rispettive medie nazionali. Se, invece, l’età media la si calcola senza tenere conto della fascia di età sopra riportata, ovviamente si sale e, per i maschi di Basilicata, l’età media delle prime nozze sale fino a 35,2, mentre per le donne si ferma a 32,1: anche in questo caso siamo più o meno nella media italiana. Siamo, inoltre, decisamente sotto la media nazionale per quanto riguarda i matrimoni in seconde nozze. In Basilicata, infatti, nel 2018 si è registrato solo il 7,8 per cento di matrimoni con almeno uno sposo alle seconde nozze. Il 5,6 per cento per divorziati e vedovi, il 4,1 per il gentil sesso. In entrambi i casi si tratta delle percentuali più basse d’Italia, mentre quelle più elevate si sono osservate, nell’ordine, in Valle d’Aosta (30,8 per cento del totale delle celebrazioni), Liguria (30,7), e Friuli-Venezia Giulia (30,2). Viceversa, le incidenze più basse, oltre a quella della Basilicata si rilevano in Calabria (8,9 per cento) e Campania (9,8), con percentuali più che dimezzate rispetto al valore medio nazionale. I matrimoni successivi al primo sono più diffusi laddove si registrano i tassi di divorzio più elevati, ovvero nelle regioni del Nord e del Centro.
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno