Secondo un nuovo sondaggio lanciato dall’Unicef e dal Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite sulla Violenza contro i Bambini, 1 giovane su 3 in 30 Paesi ha dichiarato di essere stato vittima di bullismo online, mentre 1 su 5 ha riportato di aver saltato la scuola a causa di episodi di cyberbullismo e violenza. Parlando apertamente e in anonimato attraverso la piattaforma per il coinvolgimento dei giovani U-Report, circa tre quarti degli adolescenti hanno inoltre dichiarato che i social network, fra cui Facebook, Instagram, Snapchat e Twitter, sono i luoghi in cui si verifica più comunemente il bullismo online. Anche per questi motivi da due anni, in qualità di Presidente del Comitato provinciale Unicef di Potenza, porto avanti nelle scuole della provincia, confrontandomi con migliaia di alunni dagli 8 ai 14 anni, “Non perdiamoci di vista”. In tema di prevenzione, l’Unicef Italia ha dedicato una particolare attenzione al tema del bullismo e del cyberbullismo elaborando un kit didattico per le scuole dal titolo Non perdiamoci di vista con la realizzazione di percorsi educativi che consentano ai ragazzi di sviluppare
Su foglietti anonimi i ragazzi sono stati invitati a scrivere cosa/ chi li fa arrabbiare, di cosa hanno paura, quando sono in ansia e perchè… Cosa, chi li rende felici. In silenzio, lasciando il cerchio delle emozioni nel quale si erano ritrovati tenendosi per mano e raccontando come si sentivano, ciascuno ha trovato un angolo dell’aula e ha scritto col cuore. I foglietti anonimi sono stati raccolti in una scatola posta al centro del cerchio che si è ricostituito e ciascuno ha letto un foglietto, rispecchiandosi in quello che leggevano e ascoltavano. “Ho paura quando i miei genitori litigano….” Mi arrabbio quando gli amici mi prendono i giro…quando raccontano i miei segreti…” Sono in ansia quando devo fare la verifica e quando aspetto il voto..” Sono felice quando posso stare con la mia famiglia…viaggiare…uscire a giocare con gli amici”…. E alla fine riprendendoci per mano, ciascuno ha raccontato come si è sentito, cosa lo ha colpito, cosa ha appreso che non sapeva dei compagni. E non mi sono stancato di ripetere che bisogna ascoltare con la mente e con il cuore, guardandosi negli occhi. Che bisogna sempre confidare ai genitori paure, ansie, dolori difficoltà, “costringendo” papà e mamma a sedersi e ad ascoltare veramente. Unicef ha anche realizzato — insieme a Unicef Malesia, Digi e Telenor Group — una guida per genitori su come parlare di Internet ai figli, partendo dal dato secondo cui più di 175.000 bambini vanno online per la prima volta ogni giorno: un bambino ogni mezzo secondo. Ecco infine alcuni consigli per i genitori sull’uso del web da parte dei figli:
- Limitate il tempo di esposizione dei vostri bambini/ragazzi online. Offrite ai vostri figli una quantità fissa di tempo online gratuito per chattare, giocare o accedere ai siti sociali, ma dopo, limitate il loro ricorso al computer o al cellulare per svolgere i compiti o altre attività. Parlate e ponetevi reciprocamente domande sulla tecnologia. Comunicate apertamente e cercate di mantenere il tono positivo e fiducioso. È importante che i vostri figli sappiano che possono parlare con voi — sia di argomenti positivi che negativi, come quando commettono un errore su Internet o visitano un sito che non dovrebbero. È importante che non vengano puniti troppo duramente quando commettono un errore perché non rinuncino a confidarsi la volta successiva.
- Condividete le informazioni su Internet stando vicini. Invitateli a mostrarvi i loro siti web preferiti e altri servizi Internet e assicuratevi di avere informazioni per gli account che hanno online. Non permettete ai vostri figli di condividere le loro password con nessun altro all’infuori di voi. Cercate di realizzare in una zona centrale nella vostra casa la postazione Internet per i bambini in modo da non perderli d’occhio mentre sono online.
- Definite regole, criticate i contenuti e comunicate apertamente. Tenere i bambini e i ragazzi al sicuro significa impostare linee guida e avere criticità e discussioni non giudicanti sul comportamento in Internet. Se i vostri figli si sentono a proprio agio con queste conversazioni, saranno più propensi ad affrontare un problema online — come un bullo o un sito web inadatto o discutibile.
Il mio viaggio riprende, lunedì 13 e mercoledì 15 gennaio. Mi aspettano nella scuola media di Atella.
Mario Coviello