In riferimento alle dichiarazioni rilasciate dal sig. Genesio De Stefano alla stampa, vorrei precisare innanzitutto che lo stesso parla a titolo personale essendo sospeso dalla nostra Associazione dagli organi giurisdizionali interni. Tralasciando le ragioni di questa decisione, desidero porre l’accento sulle accuse mosse dal sig. De Stefano nei confronti della nostra Associazione colpevole, a detta sua, del calo delle donazioni. In Italia, ormai da anni, si sta facendo strada un modello di donazione basato sulla programmazione e sulla chiamata del donatore. Questo, da un lato, consente agli ospedali di rispondere in modo sempre più puntuale al fabbisogno di emazie del proprio territorio, raccogliendo la quantità di sangue che effettivamente serve ed evitando così di raccoglierne in eccedenza. L’eventuale necessità di importare sacche da altre Regioni è, quindi, imputabile a situazioni di emergenza che non sono prevedibili e programmabili sulla base di quanto sopra. A questo si aggiunge il percorso di accreditamento delle unità di raccolta che, negli scorsi anni, ha richiesto un significativo impegno anche da parte delle nostre sedi. Questo iter, dettato dalla necessità di conformare i centri di raccolta sangue agli standard europei di qualità e sicurezza, ha comportato in alcuni casi difficoltà organizzative, logistiche e strutturali che hanno avuto ripercussioni sulle normali attività di raccolta.
Non posso che plaudire il lavoro condotto dai volontari di Avis Basilicata negli ultimi anni, e dai suoi dirigenti, mossi da un profondo senso di responsabilità, senso civico ed economicità che risponde alle esigenze illustrate poc’anzi. Le sfide che AVIS si trova a dover affrontare sono certamente diverse da quelle di quando il Sig. De Stefano era alla guida della nostra Associazione (sia a livello nazionale, sia locale) e per questo le critiche da lui mosse devono necessariamente essere inserite nell’attuale contesto che ho cercato di illustrare in queste mie riflessioni. La sede nazionale ha sempre svolto i suoi compiti con attenzione e supporto alle sedi regionali in un sistema sanitario, quale quello italiano, la cui gestione e organizzazione è demandata alle singole Regioni e pertanto la responsabilità della rete è individuata in quel livello istituzionale.
Colgo l’occasione, infine, per puntualizzare che non conosciamo le fonti dei documenti presentati dal Sig. De Stefano, essendo stato sospeso da AVIS e quindi impossibilitato ad accedere alla documentazione ufficiale. Proprio alla luce di questa situazione, vorrei ricordare l’importanza di controllare sempre le fonti e la veridicità delle informazioni prima di procedere alla loro diffusione. Stiamo parlando di un gesto nobile, compiuto da quasi 1.700.000 persone, che con grande senso civico e spirito di solidarietà, mettono a disposizione degli altri una parte di sé.