“Prima conoscere, poi discutere, poi deliberare”. Nella più famosa delle sue Prediche inutili, Luigi Einaudi, secondo presidente della Repubblica italiana -il cui contenuto appare ancora di straordinaria attualità- sosteneva che ogni cittadino deve porsi la seguente domanda: “Come si può deliberare senza conoscere?” Deliberare senza conoscere è impossibile. Tuttavia non è escluso, considerato che spesso accade che si deliberi senza conoscere. E’ il caso dell’amministrazione comunale di Satriano che in questi giorni ha pubblicizzato di aver approvato “all’unanimità” il regolamento “Eventi eco sostenibili” ritenuto illegittimo o inapplibale se non si provvede alle opportune correzioni. Prima di approfondire il merito e spiegare i motivi dell’illegittimità del predetto regolamento è necessario premettere che condividiamo la stessa sensibilità di tutela dell’ambiente, tema peraltro di risananza mondiale degli ultimi anni. Temi che hanno interessato soprattutto le nuove generazioni, le quali, sicuramente, per maggiore sensibilità rispetto a quelle precedenti, si sono mobilitate per chiedere ai governi di attuare politiche finalizzate alla riduzione dell’inquinamento. Alzi la mano chi vorrebbe vivere respirando aria malsana. Alzi la mano chi avrebbe piacere a nuotare in un mare pieno di plastica. Siamo tutti favorevoli ad adottare misure di contrasto. Ognuno di noi, nel proprio vivere quotidiano ha iniziato a modificare le proprie abitudini cercando di utilizzare prodotti biodegradabili, bere da una borraccia di alluminio o di acciaio, camminare evitando l’uso della macchina. Scelte che ognuno di noi fa liberamente, senza che nessuno possa imporle. E’ una questione di sensibilità che hanno tutti senza dover per forza ostentare.
Ci eravamo ripromessi di non commentare né di verificare l’azione amministrativa per evitare di alimentare polemiche sterili e inutili contrapposizioni. In questo caso però, da cittadini orgogliosi di vivere a Satriano, nonostante le tante contraddizioni, a tutela della categoria dei commercianti sentiamo il dovere di commentare l’operato dell’amministrazione per aver adottato un singolare regolamento.
SUL REGOLAMENTO COMUNALE EVENTI ECO SOSTENIBILI – Nella produzione di atti non si possono prescindere regole, competenze e principi che ispirano l’azione amministrativa. Il vice sindaco Perrone dovrebbe sapere che l’agire amministrativo si fonda su regole diverse dall’associazionismo in cui ci si può imporre liberamente stili, usi, e abitudini. Nel merito, ad avviso del gruppo Obiettivo Comune, il regolamento comunale contiene delle evidenti criticità, tali da renderlo in parte illegittimo considerato che:
- il regolamento trae la propria fonte di legittimazione “dall’art.9 bis del D.L. 91/2017 convertito in L. n. 123/2017 (Disposizioni di attuazione della direttiva (UE) 2015/720 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2015) che riguarda la riduzione dell’utilizzo di borse di plastica in materiale leggero;
- si vorrebbe però anticipare (o si presume) una diversa direttiva ( Direttiva UE 2019/904) in materia di plastica monouso nonostante l’assenza di una normativa statale di recepimento. Difatti il termine di recepimento della direttiva UE 904 è fissato al 3 luglio 2021, al fine di consentire a tutti i produttori mondiali di esaurire le scorte e trasformare gli impianti di produzione. In ogni caso la direttiva necessita di misure di recepimento spettanti allo stato a cui è riconosciuta una competenza esclusiva in materia di tutela dell’ambiente;
- nel singolare regolamento non si rintracciano norme statali o regionali su cui si fondano i divieti imposti;
- l’ennesimo regolamento include anche prodotti non sottoposti a divieti. Soltanto una norma statale può fissare limiti più stringenti, cosa che invece è vietato fare con un regolamento comunale tra l’altro in assenza di una norma di recepimento;
I Comuni possono adottare misure restrittive soltanto per casi limite, come ad esempio sagre, fiere e mercati e non imporre dei divieti di vendita di prodotti monouso in plastica agli esercenti pubblici. Le ordinanze che seguiranno per l’attuazione dell’ennesimo regolamento rischiano di esporre il nostro comune a ricorsi ed esborsi economici considerato che la platea dei destinatari comprende anche commercianti, bar, pizzerie, alimentari a cui l’obbligo non può essere imposto. Nei confronti di queste categorie chi amministra può e deve far leva sulla sensibilità per indirizzarli nelle scelte, cosa ben diversa dall’imporre un obbligo di divieto di vendita. Inoltre sarebbe stato opportuno sentire tutti i soggetti destinatari a cui l’amministrazione si prefigge di imporre il divieto di vendere e utilizzare prodotti monouso in plastica. Questo fondamentale passaggio avrebbe sicuramente reso più efficace un percorso comune di riduzione della plastica monouso nel territorio comunale evitando di approvare l’ennesimo regolamento. Nel ritenere doveroso aver posto l’accetto sulla questione concludiamo il pensiero iniziale secondo cui “Si delibera se si sa di potere attuare. Contrariamente non ci si decide”. Si delibera per porre in essere azioni legittime non “per ostentazione velleitaria infeconda. Alla deliberazione immatura nulla segue, perché al primo tentare di attuarle sorgono difficoltà che si dovevano prevedere o conoscere”.
comunicato stampa
Donato Vallano – Obiettivo Comune