Carceri lucane. Due detenuti su tre sono malati: quasi 200 tossicodipendenti e tanti con depressione e malattie infettive
Redazione
Nella sede del Ministero della Salute si è tenuta la riunione del primo tavolo tecnico sulla sanità penitenziaria su sollecitazione del S.PP (Sindacato Polizia Penitenziaria). Nell’incontro al quale hanno partecipato il segretario generale Aldo Di Giacomo, un dirigente delegato dal Ministro Speranza, funzionari dello stesso Ministero, due esperti del Ministero Grazia e Giustizia ed un’esperta di medicina penitenziaria del Dap, è stato presentato ed illustrato il “Dossier” del S.PP.” Salute in Carcere”. Il Dossier contiene una “fotografia” delle maggiori emergenze sanitarie che si registrano negli istituti penitenziari – su tutte quella dei detenuti con problemi mentali – con le proposte a partire da un piano straordinario di prevenzione delle malattie infettive che coinvolga il personale in servizio. La riunione si è chiusa con grande interesse dei partecipanti che hanno riconosciuto la validità del Dossier e l’impegno ad approfondire i vari aspetti in un tavolo successivo. Da parte del S.PP. la più viva soddisfazione per aver ottenuto un confronto che le presenze qualificate hanno reso particolarmente utile e produttivo e l’auspicio a continuare il percorso di dialogo ed approfondimento individuato che sarà successivamente esteso ai singoli istituti per le peculiari caratteristiche e i differenti aspetti da affrontare con una griglia di priorità. In sintesi (per i dettagli la tabella allegata) nelle carceri lucane ci sono 190 tossicodipendenti, 99 con malattie epato-biliari, 91 con depressione, 60 con malattie infettive.
In generale – Due detenuti su tre sono malati, tra i 25 mila e i 35 mila sono affetti da Epatite C, in aumento Hiv positivi (6.500) e tubercolosi, almeno un migliaio i detenuti con problemi mentali nelle celle di istituti normali e 1200 in istituti specifici. Questi dati – commenta Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria – sono allarmanti e mettono a rischio la salute dei detenuti e del personale penitenziario. Il carcere è territorio tra infettivologia e psichiatria con i continui casi di suicidio ed autolesionismo. Ci associamo all’appello dei medici per un piano straordinario di prevenzione delle malattie infettive che coinvolga il personale in servizio. Pertanto è indispensabile per queste categorie di detenuti una carcerazione diversa in strutture specifiche che si occupino di curare prima di ogni cosa. E’ ancor più intollerabile – continua Di Giacomo – che si parli solo ed esclusivamente di assicurare i LEA (Livelli essenziali di assistenza) ai detenuti escludendo il personale penitenziario, continuando a sottovalutare i rischi.