Una visita “per portare solidarietà alla popolazione lucana, al governatore, ai medici, agli infermieri, e soprattutto per chiedere di cosa c’è bisogno per il piano contro questo nemico invisibile”. Così
Su questo argomento si è soffermato anche il presidente Bardi, spiegando che le dieci “unità speciali” istituite sul territorio dalla Regione “somministreranno ai pazienti le cure che servono. Noi, tra l’altro – ha aggiunto Bardi -, doteremo coloro che risultano positivi e si trovano in
Rispondendo alle domande dei giornalisti Sileri ha inoltre detto che “è difficile dire quando usciremo dall’emergenza perché dobbiamo vedere l’andamento epidemiologico, sapendo che l’Italia è divisa fra le regioni del nord che hanno subito l’evento importante e il centro sud che è stato protetto delle misure di contenimento. Ora – ha aggiunto il viceministro – inizia la fase dura, che è quella della convivenza con il virus, che significa individuare eventuali positivi con altri focolai che magari insorgeranno nei mesi a venire, individuare i contatti e metterli in quarantena. Per questo motivo serve uno sforzo maggiore, anche in termini di dispositivi di protezione per i medici e per la popolazione e per i tamponi che sono uno strumento fondamentale per individuare i positivi. Torneremo alla normalità, con gli abbracci e l’affettuosità che contraddistingue gli italiani, solo quando ci sarà il vaccino. Fino a quel momento ci sarà una convivenza e con il virus, distanze, mascherine e una ripresa un po’ lenta. Per me il giudizio di quando si sta facendo in Basilicata è sicuramente buono. Si vede dal numero di contagi e dall’impegno della terapia intensiva. Nelle settimane a venire – ha concluso il viceministro – bisognerà potenziare l’arrivo di dispositivi di protezione e di tamponi ai medici di medicina generale e al 118”.