In questo periodo abbiamo imparato ad apprezzare la possibilità di lavorare da casa. Lo smart working, infatti, è uno dei fenomeni del momento e tanti lavoratori hanno dovuto imparare ad utilizzare questo strumento innovativo durante l’emergenza coronavirus.
Lo smart working presenta molti vantaggi, tra cui un netto risparmio migliore. Un tempo che possiamo utilizzare in diversi modi. Questo, infatti, è il momento migliore per seguire corsi online gratuiti tra una pausa e l’altra dal lavoro.
Lo Smart Working non è però una semplice iniziativa di work-life balance e welfare aziendale per le persone: si innesca in un percorso di profondo cambiamento culturale e richiede un’evoluzione dei modelli organizzativi aziendali, per cui si deve prevedere una roadmap dettagliata fase per fase.
Si tratta di una rivoluzione culturale, organizzativa, di processo: tutto questo è smart working. Una rivoluzione perché scardina alla base consuetudini e approcci tradizionali e consolidati nel mondo del lavoro subordinato. Probabilmente sarà il modo di lavorare del futuro, basato su una cultura orientata ai risultati e su una valutazione legata alle reali performance.
È un approccio che presuppone un profondo cambiamento culturale, una revisione radicale del modello organizzativo dell’azienda (pubblica o privata) e il ripensamento delle modalità che caratterizzano il lavoro non solo fuori ma anche all’interno dell’azienda, cosa che si ripercuote anche sull’organizzazione degli spazi, che devono essere ripensati e sempre più ispirati ai principi di flessibilità, virtualizzazione, collaborazione tra le persone.
Uno dei nemici da combattere durante questo lavoro da casa è quello legato alle motivazioni. Occorre, infatti, lavorare sempre al massimo, non tenendo conto delle distrazioni che la propria abitazione può offrire. Il segreto di lavorare da remoto e tenere alta la concentrazione è ritagliarsi uno spazio in cui poter lavorare serenamente. L’ideale sarebbe piazzare una scrivania in una stanza un po’ appartata e sgombrare il campo da qualsiasi tipo di distrazione (fotografie, riviste, libri, televisori, radio e consolle). Provare a lavorare nella cucina dove i figli entrano ed escono in continuazione o nel soggiorno dove gli altri membri della famiglia sostano per chiacchierare tra loro è, infatti, la scelta più infelice che si possa fare. Ma come mantenere alta la motivazione, quando nessuno ci ricorda cosa dobbiamo fare e come è meglio farlo? Tutto deve partire da noi e dalla consapevolezza che l’attività che svolgiamo – senza ricevere indicazioni da parte di nessuno – serve a farci crescere, come lavoratori e come individui. Ma l’isolamento e l’auto-gestione (che reca in sé tante insidie) possono portarci fuori strada.
Non c’è niente da fare: lavorare da casa implica la necessità di pianificare ogni cosa. E di fissare costantemente dei risultati nuovi da centrare. Si può partire dalle piccole cose: imporsi di lavorare mezz’ora di più al giorno, impegnarsi a sondare un aspetto nuovo della propria professione, ampliare il numero dei potenziali clienti. L’importante è non cedere mai alla tentazione della routine che potrebbe portarci a perdere ogni entusiasmo per quello che facciamo. In assenza di superiori pagati per “pungolarci”, dobbiamo trovare da soli gli stimoli che ci permettono di progredire nel nostro lavoro, facendo appello a tutta la nostra inventiva.