I primi effetti della ripartenza sul massimo ente regionale li vedi dai numeri. Da quelle cifre che indicano il ritorno negli uffici della Regione di circa il trenta per cento degli addetti regionali. Sino al 18 maggio a lavorare fisicamente nei Dipartimenti regionali era stato circa il 20 per cento degli addetti complessivi. Con la ripartenza di ieri ad aggiungersi è stato circa il trenta per cento dei dipendenti. Il che ha portato la presenza di personale a circa il 50 per cento del totale. Una metà, dunque. Una metà a cui si aggiungeranno – con il passare dei giorni – anche altre addetti. Facendo man mano salire la percentuale dei presenti e diminuire quella di coloro che, invece, lavorano in modalità smart working. Un riavvio lento, dunque, che si caratterizza anche per nuove modalità di ingresso in ufficio, a cominciare dai dispositivi di sicurezza fino ad arrivare alla misurazione della temperatura. Sì perché, ad ogni persona che oggi si presenta all’ingresso della Regione viene misurata la temperatura ed in caso di valore superiore a 37,5 viene impedito l’ingresso. Ieri nessun caso di valore anomalo è stato registrato e tra gli addetti la speranza è che la situazione rimanga sotto controllo. Grazie anche all’utilizzo dei dispositivi di protezione (tra cui gel e mascherine) che ogni giorno vengono distribuiti.
Nel ritorno alla normalità, però, c’è anche un altro aspetto: quello legato ai tamponi, ai controlli che cittadini e aziende vogliono portare avanti. Perché c’è anche chi, imprenditori, professionisti o semplici curiosi, il tampone vorrebbe farlo fare o farlo comunque, indipendentemente dai sintomi. Ed allora in settimana ad essere pronta sarà una delibera del Dipartimento Sanità che consentirà ad alcuni laboratori privati di poter processare i tamponi per la positività al Covid. In questo modo, tutti i privati cittadini e le aziende che lo riterranno necessario – dietro prescrizione del medico – potranno effettuare i test e farli processare. Pagandoli di tasca propria (mediamente un tampone costa 80 euro). Resta, invece, a carico del Servizio sanitario il tampone che viene effettuato sulle persone con sintomi e sulle categorie indicate come a rischio. In questo caso, i test continueranno ad essere fatti ma verranno processati presso i laboratori degli ospedali già accreditati. L’obiettivo della delibera, infatti, è facilitare la possibilità di effettuare tamponi a proprie spese per i cittadini che li ritenessero opportuni. Un esempio? Coloro che per motivi di lavoro hanno avuto contatti con persone del Nord e vogliono essere sicuri. Questo solo per citare un caso di scuola.
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno