I sindacati: si utilizzerà la cassa per emergenza Covid fino al 17 giugno e quella ordinaria dal 18 al 30 giugno
MELFI – Nuovo stop alla produzione dei modelli 500X e Jeep Renegade, che saranno messi in stand by dall’11 al 30 giugno per seri problemi di mercato. Continuerà, invece, il lavoro per la realizzazione della Jeep Compass, per il quale sarà chiamato un numero maggiore di addetti, anche se complessivamente di molto inferiore alla platea della Fca di Melfi. Conseguentemente, ci sarà una forte frenata anche per le fabbriche dell’indotto industriale. A darne notizia, le organizzazioni di categoria, al termine di un incontro con l’azienda per l’esame congiunto degli ammortizzatori sociali da utilizzare fino al 30 giugno prossimo. I volumi attesi nel prossimo futuro – spiegano dalla Fiom-Cgil lucana – sono tali da non consentire il contratto di solidarietà in essere prima della pandemia, in quanto non assicurerebbe la copertura salariale a tutti i lavoratori. Per questo motivo si utilizzerà la cassa per emergenza Covid fino al 17 giugno e quella ordinaria per mercato dal 18 al 30 giugno. Le produzioni dei modelli 500X e Renegade, stante l’attuale programmazione, si fermeranno invece dalle 6 dell’11 giugno alla stessa ora del primo luglio».
Secondo la Fiom «una nota positiva arriva dall’intenzione di proseguire gli investimenti nello stabilimento lucano e di arrivare per la seconda metà di giugno al raddoppio degli addetti alla produzione di Jeep Compass, che passerebbero dai circa 600 attuali a 1200. Nelle criticità del momento – ha però messo in chiaro la Fiom – abbiamo chiesto ad Fca di trovare soluzioni che possano garantire la rotazione dei lavoratori per mitigare l’impatto economico degli ammortizzatori sociali». La decisione della direzione di stabilimento di richiedere «la cassa integrazione dall’11 al 30 giugno per sopperire alla fermata delle attività svolte sulla linea Renegade e 500X» e di incrementare «le attività legate alle versioni ibride di Compass e Renegade, con un incremento della produzione che sarà svolta su due turni di lavoro e con la costituzione di una seconda squadra» viene annunciata anche da Fim-Cisl, Uilm-Uil, Fismic, Uglm e Aqcf.
I sindacati hanno chiesto «all’azienda una attenta e giusta rotazione dei lavoratori con un occhio di riguardo per le situazioni familiari di maggiore fragilità. Ormai è chiaro – proseguono Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcf – che l’impatto dell’emergenza Covid-19 sulla filiera metalmeccanica diventa ogni giorno più pesante, soprattutto a Melfi. Le prime stime sul mercato del 2020 indicano un pesante segno meno: per le sole autovetture si parla di circa 500 mila immatricolazioni in meno rispetto al 2019. È di tutta evidenza che si tratta di un colpo pesante per tutta la filiera dell’auto che in Basilicata impiega circa 15 mila occupati».
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno