Naomi Panariello è di Vietri di Potenza
Radici lucane, toscana d’adozione: incrocio pratese – pistoiese, tra residenza lavoro e sport. Brava, bravissima in campo, campionessa fuori, nella vita di tutti i giorni. Naomi Panariello, 25enne calciatrice del Real Aglianese, sta tornando, per l’ennesima volta, alla vita: ha ripreso a studiare, seppure a fatica come confessa candidamente, Scienze Infermieristiche a Pistoia e a lavorare (è
“La mia storia, tenuta nascosta per anni, ormai è conosciuta e di stimolo ad altri ragazzi proprio grazie a La Nazione, che un paio di anni fa la raccontò. Ecco, questa pandemia da Covid-19 non mi ha tolto soltanto il football, che mi auguro di poter ricominciare a giocare presto, ma soprattutto il rapporto con giovani e giovanissimi che stanno lottando, che sono i veri eroi dei nostri tempi per il carattere da leoni. Una decina di ragazzini del D-Hospital di Oncoematologia, una ventina di Chirurgia del ‘Meyer’, un ambiente splendido. Andare lì, parlare con loro, provare a far trascorrere loro dei momenti spensierati mi fa stare bene. È per loro, ma pure per me, perché si stabilisce un feeling, un idem sentire.
Sono momenti belli, preziosi, in cui si capisce veramente l’essenza dell’esistenza. In questi mesi, purtroppo, non è possibile andare a trovarli, a far loro visita perché si rischia di far loro del male, di contagiarli, di metterli in ulteriore pericolo. Speriamo che quest’emergenza sanitaria finisca, ho voglia, ho tanta voglia di rivedere bambini che ormai sono amici, anche se coi giorni, le settimane, cambiano”. Corteggiata da Unione Montalbano, di Promozione, e Rinascita Doccia Sesto Fiorentino, di Eccellenza, tifosa del Milan e Valentina Giacinti, attaccante rossonera, fa lunghe passeggiate, in attesa di ripartire a giro per il mondo, e suona la chitarra. Pensando, con un “sorriso serio”, a chi sta peggio di lei. “Averne di atlete così”, esclama, tutte le volte che gli si chiede un parere sul calcio femminile, il professor Marco Falasca, preparatore atletico professionista del pallone. Averne sì, di Naomi Panariello.