Sarà un settembre lavorativo al massimo, quello che sta per cominciare nell’area industriale di Melfi, grazie ad un picco nella domanda dei tre modelli realizzati in Basilicata – soprattutto nella
Oggi l’area industriale di Melfi, con questo picco di volumi, ha bisogno di essere monitorata insieme al suo indotto che sta vedendo in queste ore anche l’affacciarsi di lavoratori somministrati. La Fca, sotto nostra sollecitazione – concludono – ha anche confermato che da lunedì partirà un confronto sull’organizzazione del lavoro che possa permettere di affrontare al meglio la gestione di questi volumi». Secondo la Fiom-Cgil, invece, la crescita delle richieste dei modelli prodotti a Melfi «è un elemento positivo, ma in questo contesto bisogna tornare a parlare dei ritmi e delle condizioni di lavoro in fabbrica, partendo da quanto perso in termini salariali in questi mesi. Passare da una fase di ammortizzatori sociali ad una di produzione massima – sottolinea il sindacato – è un fatto positivo, ma se le salite e le discese si alternano bisogna modificare la programmazione delle produzioni. È necessario inoltre – aggiunge la Fiom-Cgil – che la mobilità tra le linee degli operai, che l’azienda ritiene abituale ma che a nostro avviso dovrebbe essere affrontata anche rivedendo il sistema attuale dei turni, garantisca sicurezza in questo momento di emergenza sanitaria e permetta la crescita professionale e salariale delle persone coinvolte, riconoscendone la polivalenza e la professionalità».
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno