In maggio ho raccontato la capacità dell’Associazione “Donne 99” di Tito di stare insieme e sostenersi con un gruppo su WhatsApp. Finalmente il 3 settembre, dalle 17,20 alle 18,30, con Luisa Salvia, presidente dell’Associazione, 12 “ragazze” dell’Associazione si sono ritrovate per riprendere le attività nella biblioteca comunale “Lorenzo Ostuni”. Con loro sono tornato io Mario Coviello, presidente del Comitato Provinciale Unicef di Potenza, per riprendere gli incontri del percorso #Unicef sulle emozioni “Non perdiamoci di vista” che avevamo interrotto nel mese di febbraio. Angela 1 e 2, le due Carmela, Serafina, Donata, Giovanna, Teresa, Lina, Maria, Luisa, in cerchio, con la mascherina e rispettando le distanze, hanno cominciato a raccontare, guardandosi finalmente negli occhi, i mesi del Covid. Certo si erano sentite a lungo per telefono e in videochiamate, si erano ritrovate in chiesa, al supermercato, ma avere tempo per raccontarsi guardandosi negli occhi, trovando le parole in un silenzio attento e partecipe, è un’altra cosa. Raccontarsi fa bene, la parola definisce e chiarisce. E così ciascuna ha confessato di aver sofferto molto per la solitudine, per non aver potuto rimanere vicina a fratelli, sorelle, parenti in ospedale. Tutte si sono sentite più deboli, fragili, anche perchè spesso il condominio, i palazzi con tanti piani e tanti appartamenti sono vuoti, silenziosi: “Con fatica ho trovato qualcuno che mi accompagnava dal medico… Non ho potuto accompagnare in ospedale mia sorella di 84 anni che poi è morta non riuscendo a capire perchè nessuno fosse con lei”. “Ho sentito un dolore profondo perchè eravamo soli in cinque in casa accanto al mio parente morto. Eppure era il medico del paese che ha fatto tanto bene a tutti i suoi pazienti e avrebbero riempito in altri tempi la casa e la chiesa”. A molte ha colpito “il silenzio” delle strade quando sono andate a fare la spesa, gli sguardi sfuggenti, nascosti dalle mascherine, delle poche persone incontrate”. Tutte hanno raccontato la sofferenza per la lontananza dei figli, dei nipoti, dei cari lontani. Ma ora è tempo di ricominciare. “Ho letto molto in questi mesi…Ho gustato il chiarore dell’alba e scritto poesie… Abbiamo cucinato insieme con mio figlio che non metteva proprio piede in cucina… Abbiamo pregato insieme sentendoci più forti, più uniti… Sono partita per la Spagna.. sono andata a Madrid a ritrovare figli e nipoti…in areo sono stata bene..tanto spazio..poche persone e a Madrid ho incontrato tanti italiani…”. Si ricomincia: l’appuntamento è per giovedì 17 settembre alle 17,30, sempre in biblioteca per leggere quanto ciascuna ha scritto sulla sua vita al tempo del covid. Per leggere ad alta voce una pagina del romanzo che l’ha fatta crescere in questi mesi. Per programmare viaggi, laboratori, azioni di solidarietà, a partire dalla Festa dei nonni e dei nipoti Unicef del 26 e 27 settembre che prevede una raccolta fondi con la distribuzione di orchidee per combattere la malnutrizione dei bambini più poveri.
Mario Coviello