E’ stato dedicato alla “Cittadella” Bucaletto di Potenza il lavoro artistico “Temporaneamente Bucaletto” del collettivo bolongese ZimmerFrei, nell’ambito del festival “Città delle cento scale”, ideato dall’associazione Basilicata 1799. Il progetto è un viaggio lungo una mappa sonora realizzata nei giorni di residenza del collettivo bolongese, a metà settembre. Il racconto dei cittadini della cittadella, le loro voci, dalla ferriera ai prefabbricati e fino alla fontana. Con il progetto si è voluto ricostruire un documentario in grado di raccontare al meglio il tessuto ambientale e sociale vivo del quartiere. Non solo una denuncia, ma un punto di partenza, per poter ripartire e riqualificare l’area.
A partecipare all’iniziativa attivamente anche la cooperativa “La Mimosa”, sia come attori, e successivamente come spettatori, passeggiando per le strade del Rione Bucaletto. Volontari della cooperativa che si sono immersi nelle voci degli abitanti di Bucaletto, nelle loro storie, che dai primi anni 80, successivamente al terremoto, colorano e si muovono attraverso i piccoli prefabbricati dove vivono un migliaio di persone. La Mimosa si occupa del servizio socio educativo del centro Rotary, con i ragazzi che hanno partecipato alla mappa sonora, hanno passeggiato per le strade di Bucaletto ascoltando gli audio del documentario, si sono lasciati trasportare da queste voci, si sono riconosciuti, con un sorriso hanno canticchiato la loro canzone e alla fine hanno commentato le loro sensazioni e i loro pensieri su questo quartiere di cui, si sentono di far parte.
“Temporaneamente, Bucaletto”, è nato mediante la pratica del documentario di osservazione, raccoglie registrazioni ambientali, conversazioni, interviste con chi vive e lavora. La mappa sonora ricostruisce un ambiente vivo, fatto di denunce, di problematiche ma anche di un forte senso di appartenenza che accompagna gli abitanti del quartiere da generazioni. 15 audio attraversano Bucaletto, dai ragazzi che giocano a calcetto, da chi difende il nome del suo quartiere, dal barbiere al barista che raccontano le loro storie, ma anche dai suoni della ferriera, trasformati in un canto per andare a dormire.
Un lavoro lodevole, molto apprezzato e che ha visto un grande coinvolgimento.
Claudio Buono