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Decreto ‘Ristori Bis’. “Aiuti persino a sexy shop e agenzie di escort, ma non per filiera matrimoni”

“Bollinato” dalla Ragioneria di Stato il Decreto Ristori bis, che stanzia circa 1 miliardo per i contributi a fondo perduto ai nuovi codici Ateco aggiunti alla lista del Ristori 1, tralascia alcune categorie. Come quelle della filiera dei matrimoni e degli eventi, fatto denunciato dalla Federmep, associazione che raccoglie imprese e liberi professionisti del comparto wedding ed eventi.“Persino le agenzie di escort riceveranno il contributo previsto dal decreto ristori bis. Non solo i sexy shop, quindi, ma anche le agenzie di accompagnatrici, equiparate, ai fini fiscali, alle agenzie matrimoniali. E invece molte categorie in ginocchio a causa delle restrizioni, alcune delle quali inserite nella filiera dei matrimoni e degli eventi, continuano ad essere escluse”, ha sottolineato Serena Ranieri, presidente di Federmep, associazione che raccoglie imprese e liberi professionisti del comparto wedding ed eventi. Secondo Ranieri “è la prova provata che i codici Ateco sono una giungla in cui è difficile districarsi e non possono essere il criterio adottato per i ristori. Non si tratta di innescare una guerra tra poveri, ma cercare di adottare parametri di equità e omogeneità”.

“Altre assurdità riguardano i criteri temporali e geografici”, evidenzia la presidente di Federmep. “Non ha senso tenere come mese di riferimento il mese di aprile, quando nei mesi estivi alcune attività hanno lavorato e altre sono rimaste invece ferme al palo, con perdite di fatturato, penso al nostro settore, che superano l’80% e in taluni casi il 90%. Infine non ha ragion d’essere neanche la distinzione tra zone, a meno che non si voglia credere che un’attività oggi in zona gialla lavori normalmente”. “Su questi tre punti verte il pacchetto di emendamenti al decreto Ristori che abbiamo inviato ai gruppi parlamentari. Se proprio si vuol mantenere i codici Ateco si estenda l’elenco includendo gli attualmente invisibili, molti dei quali nel nostro comparto, e si calcolino i risarcimenti sul calo di fatturato del periodo marzo-ottobre. Ogni altra misura non farà che accrescere le iniquità e la tensione sociale”. Ha concluso Ranieri.

Sulla stessa lunghezza d’onda Sabrina Cannas, referente regionale Federmep, non nasconde l’indignazione degli operatori della filiera. È un settore – aggiunge – messo in ginocchio e, purtroppo senza provvedimenti mirati e più efficaci, molti professionisti di settore non supereranno indenni  la fine di quest’anno. Con Maratea da qualchee tempo affermata tra le mete preferite per matrimoni anche di coppie di Paesi esteri. Le cifre: 220mila matrimoni celebrati in Italia nel 2019. Un fatturato da 10 miliardi di euro per l’organizzazione, che arriva a 40 miliardi se si considerano tutte le voci di spesa che i futuri sposi devono sostenere. Circa 83 mila le aziende coinvolte nel giro del Wedding e 1 milione i lavoratori dell’indotto. Questa è l’industria dei matrimoni in Italia tradotta in numeri. Cifre che dimostrano quanto il settore sia un volano per l’economia del Paese, a tutti gli effetti parte del segmento degli Eventi e del Turismo. Cifre dietro cui si celano storie di imprenditori – da noi tutti piccoli  sottolinea Cannas– che ormai da mesi fanno i conti con l’emergenza Coronavirus e lo stop alle loro attività. Dopo le prescrizioni – conclude Cannas, tra i vincitori del Trofeo Globo Tricolore, dedicato al rilancio dell’Italia post pandemia con docufilm di 120 secondi per testimoniare come gli italiani siano riusciti a trasformare la loro vita o riconvertire la propria attività – che hanno spinto oltre 60 mila coppie a rinviare le nozze al 2021 e migliaia di aziende e privati ad annullare gli eventi o, in misura minore, a posticiparli a tempi migliori, adesso cosa dobbiamo più attendere?”.

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