Dopo la decisione di chiudere le scuole primarie e secondarie in Basilicata, intervengono i Cobas (Comitati di base della scuola): “Il diritto all’istruzione deve essere sempre garantito”
Con l’ordinanza n. 44 del 15 novembre è stata predisposta la chiusura delle Scuole di ogni ordine grado della regione Basilicata fino al 3 dicembre, facendo pagare a studenti e genitori, e in generale alla società tutta, le inefficienze e le incoerenze con cui Regioni e Amministrazioni Locali stanno gestendo la pandemia, costringendo, oltre ai ragazzi e alle ragazze della scuola secondaria di primo e secondo grado persino i bambini e le bambine della scuola primaria ma anche i ragazzi e le ragazze della scuola secondaria alla alienante e dannosa didattica a distanza. Siamo consapevoli che le strutture sanitarie siano in affanno ed è degno di pregio lo sforzo che il personale sanitario sta profondendo dall’inizio dell’epidemia e per questo siamo convinti che il tracciamento di alunni e personale scolastico ( docenti e ATA) ora più che mai sia fondamentale e non più rinviabile. Nonostante il DPCM del 3 novembre scorso stabilisca che persino nelle zone rosse i bambini e le bambine delle scuole primarie e i ragazzi e le ragazze delle prime e seconde classi della scuola Secondaria di I grado continuino le lezioni in presenza, da Nord a Sud,
Come spiegare altrimenti la chiusura dei cinema, dei teatri, delle biblioteche? Come spiegare la sospensione anche di quel minimo di 25% di didattica in presenza alle superiori che avrebbe garantito un minimo di socialità ai ragazzi e un minimo di serietà alla scuola? Come spiegare che si può andare dalla parrucchiera e dal barbiere, ma non a scuola, nemmeno al 25%? Come è possibile distinguere tra il superfluo e il necessario, considerando scuole e attività culturali come attività a cui si può rinunciare senza fornire alcuna evidenza scientifica della loro responsabilità nella diffusione del contagio? Con la soluzione della chiusura delle scuole si vuole nascondere la vera tragedia, quella di un sistema sanitario nazionale al collasso dopo anni di tagli e privatizzazioni. Altre sono le cause della diffusione incontrollata dei contagi perché dallo scorso mese di marzo niente è stato fatto per evitare di trovarci oggi in una tale situazione. Nessun massiccio piano di investimenti per migliorare le strutture scolastiche, nessun recupero di strutture pubbliche dismesse per aumentare il numero delle aule e sdoppiare le classi pollaio, nessun potenziamento dei trasporti pubblici. Ribadiamo che per noi non ci sono dubbi: la scuola, nel rispetto del diritto alla salute, deve restare aperta perché la cosidetta Didattica a Distanza non è davvero insegnamento, non è seria didattica, al più “didattica dell’emergenza” che danneggia gli studenti, aumenta le diseguaglianze, la dispersione e i ritardi negli apprendimenti che nei più fragili si acuiscono ancora di più ed è impossibile da sostenere ulteriormente per le famiglie. Si sarebbe potuto fare di più anche rispetto al trasporto pubblico, che da molti viene considerato il maggior veicolo del Covid, potenziandolo come si sarebbe dovuto fare e come da mesi stanno chiedendo i movimenti studenteschi. Tutto questo è inammissibile, visto il lungo periodo in cui le scuole sono state chiuse, con l’aggravante che già in estate era stato ampiamente previsto un ritorno diffuso dei contagi. Chiediamo che i finanziamenti attuali e quelli futuri non vengano sperperati, ma utilizzati razionalmente per: 1) ripristinare una sanità di prossimità, riaprire pronti soccorso ed ospedali; 2)ridurre il numero di alunne/i per classe, intervenendo sull’edilizia scolastica per recuperare spazi inutilizzati e sdoppiare le classi numerose; 3) interventi strutturali e antisismici finalizzati a mettere in sicurezza gli edifici scolastici; 4) assumere tutti i/le docenti utili ad eliminare le classi pollaio insieme ad esperti per il supporto psicologico a studenti e famiglie; 5) l’immediato potenziamento dei trasporti pubblici, aumentando le corse nelle ore di punta e l’istituzione di un servizio pubblico e gratuito di trasporto scolastico dedicato; 6) l’introduzione di un vero, equo e universale reddito di quarantena che garantisca i genitori ai cui figli venisse prescritta la quarantena o l’isolamento fiduciario; 7)garantire maggiori controlli sanitari: tamponi e test rapidi gratuiti per studenti, docenti e tutto il personale scolastico e ripristinare una vigilanza sanitaria scolastica dotando ogni scuola di un ambulatorio con medico ed infermiere scolastico. Basta con la didattica a distanza, la scuola è un’altra cosa.
Comunicato stampa
COBAS