Il vertiginoso aumento delle richieste di aiuto ci offre una lettura di quanto sta accadendo oggi e la crisi socio-economica, certamente, nei prossimi mesi morderà ulteriormente. Si tratta di numeri che destano preoccupazione: sono 1159 le famiglie prese in carico (745 sono state accolte dai centri d’ascolto della città di Potenza, 414 da quelli degli altri comuni del territorio diocesano), nel periodo che va da luglio a ottobre. Il prossimo monitoraggio è previsto per la fine dell’anno. La fascia più colpita è quella in cui rientrano le piccole imprese quali bar, ristoranti, ma vi sono anche i fotografi, i fiorai, i rivenditori di bomboniere. A questi, si sono aggiunti i nuclei con soggetti che fruiscono della cassa integrazione; fino a prima dell’emergenza queste persone/famiglie non si erano mai rivolte alla rete delle Caritas (270 in tutto, vale a dire +23,29%) e ciò ci induce ad affermare che il volto delle povertà è in continua evoluzione. Le attività di aiuto sono svariate: 2881 i pacchi alimentari consegnati ma, a questa fattispecie, si affiancano le misure di sostegno al reddito (pagamento di utenze, di canoni di locazione, l’acquisto dei libri di testo, del corredo scolastico, i
TORTORELLI (UIL): IN BASILICATA TRA LE 30 e LE 40mila persone cadute in povertà – “I dati della Caritas di Potenza che registrano un “vertiginoso aumento delle richieste di aiuto” confermano l’analisi che la Uil, attraverso il suo Centro Studi, ha fatto da tempo: troppe famiglie lucane – secondo la nostra indagine tra le 30 e le 40 mila persone – per gli effetti della pandemia sono cadute in povertà”. A sostenerlo è il segretario regionale della Uil Basilicata Vincenzo Tortorelli. “Per restare ai dati – aggiunge – i percettori in Basilicata del reddito di cittadinanza (Rdc) e della pensione di cittadinanza (Pdc) sono 23mila persone. Con una media di 500 euro mensili, i beneficiari incidono per il 4,4% del reddito medio annua procapite. Purtroppo segnaliamo l’insuccesso del Rdc sul fronte occupazionale. Al momento non ci sono dati certi o almeno si attendono referti credibili ma tutto lascia supporre che chi cerca lavoro non può certo contare sul “patto del lavoro” sottoscritto in uno degli otto Centri per l’Impiego. L’allarme della Caritas, a cui va il nostro riconoscimento per il lavoro che continuano a svolgere tanti volontari, cade in contemporanea con il report dell’Istat diffuso oggi secondo il quale nel Paese l’occupazione perde ancora oltre 420mila unità (-136.000 per gli indipendenti, -284.000 per i dipendenti a termine e -4.000 per i permanenti) e rimane più elevato sia il numero dei disoccupati, di circa 80.000 unità, sia quello degli inattivi, di quasi 230.000 unità. Senza lavoro – dice il segretario della Uil – non si esce dalla povertà. Per questo sollecitiamo l’Agenzia regionale del lavoro ed i Cpi ad esercitare il ruolo di attivatori-creatori di opportunità di impiego e di ricollocamento. Non sottovalutiamo che la diminuzione di occupati coinvolge uomini e donne di qualsiasi età, ma prevalentemente autonomi e dipendenti a termine. Il tasso di occupazione scende, in un anno, di un punto. La disoccupazione giovanile in Italia sale al 30,3% a ottobre, con un incremento di 0,6 punti percentuali. Solo politiche attive del lavoro con un piano straordinario – conclude Tortorelli – possono consentire di fronteggiare l’emergenza povertà che è essenzialmente emergenza lavoro”.