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Al “San Carlo” di Potenza è stato il primo intervento in Italia: si scopre che l’innovativa valvola aortica assicura resistenza e una vita normale

A tre anni e mezzo dal primo intervento in Italia di impianto di valvola aortica più innovativa, di tipo resiliente, eseguito dalla equipe del Dipartimento cardiochirurgico del San Carlo di Potenza diretto da Giampaolo Luzi, il bilancio sulla efficacia dell’impianto stesso

“La possibilità di avere nel Dipartimento cardiochirurgo di Potenza la chirurgia mininvasiva, la Tavi, la chirurgia dell’arco aortico, ha ridotto nettamente la mobilità passiva, ovvero quei pazienti che erano costretti ad andare fuori della regione Basilicata per curarsi. Anzi, si sta invertendo il flusso, a vantaggio della mobilità attiva, in quanto pazienti provenienti da altre regioni chiedono di essere presi in cura dall’ospedale di Potenza per le proprie patologie cardiovascolari”. Il Direttore del Dipartimento Cardiochirurgico dell’AOR San Carlo di Potenza, Giampaolo Luzi, ha così commentato l’innovativo intervento chirurgico di impianto di valvola aortica che si effettua nel nosocomio potentino e che, per il nuovo materiale resiliente impiegato la rende particolarmente adatta anche ai pazienti giovani. La nuova valvola aortica è fatta per durare più a lungo; realizzata con un materiale innovativo, la valvola assicura il flusso ottimale tra ventricolo sinistro e aorta. Il suo debutto in Italia è avvenuto tre anni e mezzo fa proprio nelle sale operatorie del ‘San Carlo’ di Potenza, nel Dipartimento diretto da Luzi. Il primo bilancio nazionale con 700 impianti all’attivo, comprova che la valvola aortica di lunga vita progettata negli Stati Uniti resiste perfettamente all’usura che inevitabilmente si produce nel tratto del sistema vascolare che sopporta la più elevata pressione arteriosa dell’organismo. A tre anni e mezzo dall’impianto, alle telecamere di ’Salute!’ rubrica televisiva di approfondimento scientifico a cura della redazione di Doctor di Telenorba, Luzi conferma che “il paziente sta benissimo e che, soprattutto, la valvola non ha subito alcun invecchiamento. L’impianto è totalmente mininvasivo e la protesi resiliente ha un doppio vantaggio: non necessita della terapia anticoaugualante ed è studiata per avere, a distanza di anni, qualora dovesse degenerare, la possibilità di inserire un’altra valvola all’interno senza necessità di ricorrere ad un intervento cardiochirurgico”.

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