Carnevale e San Valentino: riti, tradizioni e fede. Miglionico (Gal Percorsi): “Tenere viva la tradizione anche in emergenza Covid”

Carnevale e San Valentino: riti, tradizioni e fede. In questo periodo si celebrano e si festeggiano e si rinnovano riti e tradizioni legati alla storia della nostra terra 

Il Rumita di Satriano è diventato uno dei simboli del Carnevale di Basilicata. Un uomo rivestito di edera a modi albero, è il protagonista del Carnevale, ma anche rito arboreo, del comune che ricade nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, uno dei Borghi Eccellenti Lucani e dell’area del GAL Percorsi. A dare lo spunto per il forte rilancio, è stata la cineistallazione “Alberi” di Michelangelo Frammartino già presentata al MO.MA di New York che ha ripreso e fortificato la figura del Rumita. Nelle celebrazioni classiche del Carnevale la mattina della domenica precedente il Martedì Grasso come da tradizione storica, i Rumit spontanei vagano per le strade del paese bussando alle porte e lasciando un buon auspicio in cambio di un dono. Nel pomeriggio si tiene la sfilata delle altre maschere tipiche: l’Orso, la Quaresima e la messa in scena del “matrimonio” con lo scambio dei ruoli.  il Carnevale di Satriano nel tempo  ha avuto varie interpretazione: nell’antichità infatti, richiamava il tema dell’emigrazione e del ritorno alla terra natia. Una rilevante trasformazione si è attivata, invece, negli 2000, quando si è associata la figura del Romita a quella dell’uomo-albero che si fa portatore di valori ecologici e naturalistici.

Volendo restare in questo periodo dell’anno e volendo rimanere nelle nostre memorie, è bello ricordare Abriola e San Valentino che ogni anno, per il 14 febbraio, richiama gli innamorati di tutta la regione. E non solo. In questo piccolo borgo montano, un abitante su tre porta il nome di Valentino.  La venerazione per il Santo viene da lontano, la leggenda che risale al 1600. “Un uomo, Valentino Romani, era in viaggio verso la Puglia e si fermò, per rifocillarsi, nel villaggio di Abriola. Era un periodo di grande carestia e l’uomo si trovò davanti a tanta gente che moriva di fame. Arrivato a destinazione, si impegnò un anello e grazie a questo riuscì a far arrivare in paese carri carichi di grano. Disse ai mercanti che li avrebbe pagati al rientro. Ad Abriola, però, nessuno sapeva chi fosse questo Valentino Romani, fino a che non si recarono in chiesa e riconobbero quell’uomo che li aveva salvati dalla carestia, nel busto del Santo e Martire che era esposto su un altare.  Ritennero quel gesto un miracolo. I mercanti consegnarono il grano che sfamò il paese. E quando tornarono a casa, trovarono i loro granai ancora più colmi.” Da un po di anni, ad Abriola si è voluto riproporre alla festa civile, una nota turistica che mette insieme il sacro e il profano. L’amore come punto di riferimento: Abriola il paese degli innamorati.

Quest’anno purtroppo vista la crisi sanitaria le manifestazioni non potranno essere celebrate come negli anni passati, ma nel darsi l’appuntamento al prossimo anno, per continuare a mantenere viva la tradizione, le comunità custodi della storia ricorderanno in qualche modo i loro “momenti identitari”.

 

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