L’indennità di rischio (art.86) per il personale sanitario della Basilicata non può essere inteso come tema secondario, soprattutto se consideriamo l’articolo 23, comma 2 del Decreto legislativo n.75 del 25 maggio 2017, meglio noto come “Riforma Madia”. Il suddetto comma, i cui effetti sono tutt’ora vigenti, prevede che “l’ammontare complessivo delle risorse destinate annualmente al trattamento accessorio del personale, …, non può superare il corrispondente importo determinato per l’anno 2016”. Questo comma dice in buona sostanza che l’ammontare delle risorse economiche per pagare tutta la parte accessoria dello stipendio del personale del comparto sanità (indennità, straordinario, produttività, fasce economiche, …) non può superare il valore del 2016. La UIL FPL di Basilicata ha da sempre preso una posizione chiara in merito, avversando tale comma poiché sottrae risorse ai fondi contrattuali anche attraverso l’integrazione degli stessi con il valore della Redistribuzione Individuale di Anzianità (RIA) di chi cessava dal lavoro.
Ma c’è di più. il recente Decreto legge n. 18 del 17 marzo 2020 all’art. 1, ha stanziato ulteriori risorse in deroga all’art. 23 comma 2 del dlgs 75/2017 ma queste non sono sufficienti per pagare tutte le voci stipendiali degli operatori sanitari. Nel corso di questo anno pandemico è aumentato il numero di posti di malattie infettive e di terapie intensive, avendo come naturale conseguenza un aumento del personale impegnato e che ha diritto a percepire le relative indennità previste (articolo 86, comma 6 del CCNL del 21 maggio 2018). Pare ovvio che, se il fondo non verrà immediatamente integrato delle opportune risorse, non ci saranno i soldi per pagarle. Con il recente accordo con le parti sindacali il Dipartimento regionale Sanità si era impegnato a promuovere del 2% l’incremento del monte salariale, rilevato nel 2018, ma nonostante le diffide legali della nostra organizzazione, ad oggi la Regione Basilicata non ha ancora erogato nulla alle Aziende sanitarie. Inoltre si pone due problema che il contratto, in quanto disciplina del rapporto di lavoro in condizioni di normalità, non poteva prevedere: la creazione di terapie intensive a totale valenza infettiva e la creazione di nuovi reparti/servizi Covid. Nel primo caso si pone il problema di poter sommare le due indennità – rispettivamente: terapie intensive e malattie infettive – nel secondo caso di estenderle a tutti i reparti coinvolti nella battaglia al Covid e ai servizi annessi, come il Pronto Soccorso e il servizio di Emergenza e Urgenza, Ostetricia, i laboratori dove si processano i tamponi e la Radiologia.
E’ quindi quanto mai urgente e necessario che la Regione Basilicata eroghi in tempi ragionevolmente brevi le spettanze dovute alle Aziende Sanitarie, rispettando e dando seguito all’accordo siglato. Per la UIL FPL tale indennità dovrà avere una durata che vada ben oltre la vigenza legale della fase di emergenza sanitaria in corso, poiché il rischio del contagio è costante per chi assiste i pazienti. Ci aspettiamo quindi una risposta che possa dare il giusto riconoscimento a chi, esposto in prima line, ha pagato direttamente le conseguenze di una pandemia senza precedenti.
Lo rendono noto in un comunicato stampa il segretario regionale aggiunto della UIL FPL, Giuseppe Verrastro, e il segretario territoriale, Raffaele Pisani.