“Con il nostro GAL Percorsi stiamo avviando un percorso che possa aiutare e sostenere il Peperoncino piccante. Abbiamo avviato l’iter istruttorio per la candidatura alla certificazione PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) del Peperoncino del Melandro”. A darne notizia è il presidente del Gal, Michele Miglionico. La coltivazione del peperoncino piccante è diffusa in tutto il territorio della Basilicata. La convinzione che l’effetto del piccante sia positivo all’organismo umano, lo pone, come un alimento da consumare quasi regolarmente. La facilità di coltivazione e quella di conservazione e trasformazione, ne consentono un utilizzo costante. Col tempo le generazioni che si sono susseguite, oltre a tramandarsi gli aspetti terapeutici e salutistici del peperoncino, hanno selezionato ecotipi che si distinguono sia per l’aspetto che per il grado di piccantezza. Anche i nomignoli dialettali “riavliedd”, “pepafort”, “peparul fort”, “cirasedda”, “cerasiello” sono tipici e legati alla piccantezza della spezia. La piccantezza è in parte legata alla fascia altimetrica e al clima temperato-freddo delle aree interne della nostra regione. Il principale produttore di peperoncini al mondo è la Cina con oltre il 60% della produzione, seguono Messico, Indonesia, Turchia e altre nazioni Europee. In Italia la coltivazione è diffusa un po’ ovunque, ma la Calabria è riuscita, attraverso iniziative mirate, a selezionare un ecotipo, il “Diavolicchio Diamante”, che i contadini del tirreno coltivano negli orti da anni e anni. “Visto che l’area del Melandro ha una particolare vocazione e tradizione della produzione del peperoncino, vogliamo contribuire alla valorizzazione della spezia (la più utilizzata al mondo) e stimolare percorsi virtuosi. Con la candidatura del “Peperoncino del Melandro” a marchio PAT, facciamo il primo passo verso la certificazione di un prodotto che porta con sé storia e tradizione”, ha sottolineato Miglionico.
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