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Eolico a Brienza: il WWF parte civile nel procedimento penale al Tribunale di Potenza

Il WWF in Basilicata, pur promuovendo e ritenendo fondamentali le fonti energetiche rinnovabili, anche nella prospettiva della transizione ambientale, contrasta le degenerazioni e le speculazioni che purtroppo talvolta accompagnano la diffusione di queste tecnologie. L’emergenza climatica e ambientale non può giustificare la costruzione di nuovi impianti e tecniche di produzione di energia alternativa al di fuori del quadro normativo esistente. Le cose si devono fare ma nel rispetto pieno delle leggi, dell’ambiente e in accordo con le comunità locali. Per questo motivo, come WWF Potenza e Aree Interne ci siamo costituiti, nell’udienza del 26 aprile scorso, come parte civile nel procedimento penale riguardane l’impianto eolico che sovrasta la città di Brienza. Impianto che, tra le molteplici criticità che presenta, deturpa gravemente la visuale paesaggistica legata al Castello Caracciolo e del borgo medioevale. Il procedimento sostanzialmente si riferisce alle possibili omissioni che alcuni organismi pubblici, in concorso con la ditta costruttrice,  avrebbero operato, con la conseguenza di compromettere la tutela di beni monumentali per cui si sono peraltro impegnati rilevanti fondi pubblici per il loro recupero Questa iniziativa si aggiunge ad altre già intraprese come associazione negli anni recenti, come le Osservazioni nella procedura VIA presso il Ministero dell’Ambiente relativa all’impianto eolico industriale di Acerenza di 18 pale con potenza di 36 MW e nella procedura di VIA regionale per un impianto eolico a ridosso dell’Oasi del lago Pantano di Pignola.

In genere gli studi presentati dalle società proponenti sono assolutamente inidonei ad escludere impatti ambientali e paesaggistici che invece sono spesso evidenti come nel caso di Brienza. La preoccupazione nasce dalla constatazione che probabilmente in Basilicata si sia già arrivati ad una situazione di “saturazione territoriale “degli impianti eolici industriali. Una ulteriore proliferazione rischierebbe di compromettere le valenze ambientali, naturalistiche, paesaggistiche e con esse quella vocazione turistica e di un’agricoltura di qualità della Regione in maniera forse irreversibile, sommandosi al destino della Val d’Agri e della Val Camastra già profondamente segnate dalle attività petrolifere. Già a fine 2018, secondo i dati desunti dal sito Atlaimpianti-Gse risultavano in esercizio complessivamente tra mini e macro eolico 924 impianti in provincia di Potenza e 106 in Provincia di Matera, di questi, 48 di grandi dimensioni si trovano in Provincia di Potenza e 9 in Provincia di Matera, con una potenza installata al 31.12.2017 pari a circa 1200 MW. Insieme agli impianti realizzati bisognerebbe considerare anche i progetti di eolico industriale presentati, il più recente su Banzi di 33,6 MW, che risultano per una ulteriore potenza complessiva da installare pari a circa 350 MW. Per queste ragioni il WWF chiede alla Regione di completare al più presto l’iter di approvazione del piano Paesaggistico Territoriale e di aggiornare il Piano Energetico regionale, oramai inadeguato, in modo da porre le basi per un corretto sviluppo delle energie rinnovabili in Basilicata, e di non rilasciare fino a quel momento ulteriori autorizzazioni per parchi eolici industriali.

Per concludere, facendo riferimento al fatto che l’udienza del 26 aprile si è tenuta nell’aula del Tribunale di Potenza intitolata a Mario Pagano, originario di Brienza, citiamo una sua frase potentemente attuale: “La natura un patrimonio comune ha concesso agli uomini tutti, ha legato loro un’ampia eredità, la quale è questa madre terra, dal cui seno prodotti gli ha, e nel seno della quale gli ha piantati e radicati. {…] se tu uomo mortale, distendi la tua mano e la tua forza di là del confine, che ti segnò la natura, se occupi dei prodotti della terra tanto che ne siano offesi gli esseri tuoi simili, e manchi loro l’esistenza, tu proverai il riurto loro, il tuo delitto è l’invasione, il violamento dell’ordine, la tua pena è la distruzione”.

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