La tutela della sicurezza sui posti di lavoro in questo particolare momento socio-economico per il sistema italiano, come sempre, è al centro delle attività dell’Ispettorato del Lavoro di Potenza-Matera sotto la direzione del dott. Michele Lorusso.
Il corpo ispettivo della sede di Potenza, in congiunta con i colleghi dell’Azienda Sanitaria di Potenza e supportati dai militari delle locali stazioni dei carabinieri hanno sequestrato un opificio ed un cantiere edile altamente pericolosi e insalubri oltre a comminare importanti sanzioni pecuniarie sempre per violazioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro a ulteriore dimostrazione che la cultura della sicurezza sia tutt’altro che patrimonio acquisito come, peraltro, dimostra la cronaca quotidiana degli ultimi incidenti sul lavoro. In particolare: nell’opificio industriale gli ispettori del lavoro dell’Ispettorato di Potenza e i tecnici della prevenzione dell’azienda sanitaria provinciale hanno comminato al datore di lavoro sanzioni per un ammontare complessivo di circa 50,000 euro, calcolato nel massimo edittale a fronte di una pluralità di violazioni del Testo Unico in materia di salute e sicurezza sui posti di lavoro: dalla presenza di dormitoi privi dei requisiti igienico-sanitari di legge alle postazioni di lavoro inadeguate; dalle attrezzature di lavoro non conformi alla prescrizioni di legge alla completa assenza di valutazione del rischio; dalla mancata formazione dei lavoratori in materia di sicurezza alla assenza di dispositivi individuali di protezione per le lavorazioni in esecuzione.
Per il cantiere edile: i funzionari ispettivi con l’importante supporto di carabinieri della stazione locale hanno constatato la presenza di rischi di caduta dall’alto di persone e cose, rischi di notevole rilevanza (si parla di circa 8 metri di altezza) per assenza delle prescritte opere provvisionali in quota e mancanza delle idonee protezioni e contestato sanzioni pecuniarie per un ammontare calcolato sempre nel massimo edittale di circa 25,000 euro. In entrambi i casi, come detto, a fronte delle pessime condizioni di sicurezza ed igiene del lavoro il personale UPG operante, accanto alle sanzioni pecuniarie, coordinato e diretto dall’A.G. territorialmente competente, ha posto – in via cautelare – sotto sequestro le aree di lavoro ispezionate.