Per le imprese del terziario – turismo, commercio e ristorazione – le bollette di energia elettrica e di gas sono un’ “autentica mazzata” che ha un ruolo fortemente negativo in questa fase di ripresa
Per quel che riguarda l’elettricità, sul “conto” ha certamente influito la durata della pandemia e dei suoi effetti sul turismo, sul commercio e sulla ristorazione, mentre il gas ha risentito dell’incremento del prezzo internazionale della materia prima sospinto da diversi fattori fra cui gli alti prezzi del carbone e quelli della CO2, attualmente ai massimi storici. Comparando le diverse offerte per la fornitura elettrica sul mercato libero, la scelta tra prezzo fisso e variabile può incidere anche notevolmente sul risparmio energetico annuo che può arrivare fino ad oltre 2.200 euro per un albergo, a circa 670 euro per un negozio di alimentari e ad oltre 320 euro per un ristorante. Analizzando l’incidenza delle diverse componenti sul prezzo dell’elettricità, la componente energia è risalita da circa il 34% del totale di marzo 2020 a quasi il 44% del marzo 2021. Rimane allo stesso livello la quota della componente fiscale, mentre perdono importanza quelle di trasporto e gestione del contatore e gli oneri di sistema. Stessa dinamica si verifica anche per il gas naturale, per il quale il peso della materia prima aumenta in modo meno pronunciato rispetto all’elettricità. In tendenziale calo le quote relative a trasporto e gestione del contatore, oneri di sistema, mentre rimane sostanzialmente invariata la parte collegate alle imposte.
“Specie in Val d’Agri dove il “buono gas” è erogato solo alle famiglie del comprensorio petrolifero – sottolinea Confcommercio – non è ulteriormente tollerabile che la carenza di rete metano ricada interamente sulle spalle delle imprese”.