«Il primato della Basilicata del tasso di femminilizzazione delle imprese (26,2%), subito dopo il Molise, è l’elemento che sicuramente meglio di altri testimonia la più forte “resilienza” delle imprenditrici nella fase della pandemia che si salda alla volontà di nuova autoimprenditoria rosa». E’ il commento di Rosa Gentile, presidente Comitato Imprenditoria Femminile Camera di
In tutto questo lungo anno di pandemia, comunque, le giovani aspiranti imprenditrici si sono mostrate un po’ più resilienti delle over 35. Nel secondo e nel terzo trimestre 2020, infatti, le iscrizioni delle imprese femminili giovanili si sono ridotte in misura minore rispetto a quelle (sempre rosa) non giovanili (-38,6% contro -44,0% nel secondo trimestre, – 3,7 contro – 5,3% nel terzo), fino a tornare in positivo nei primi tre mesi del 2021. Le donne, comunque, continuano a pagare un prezzo più alto degli uomini alla crisi indotta dalla pandemia. Anche nel primo trimestre di quest’anno, infatti, l’incremento percentuale delle nuove imprese guidate da donne continua ad essere ben inferiore a quello delle imprese maschili (1% a fronte del 9,5%). A fine marzo, le imprese femminili superano il milione e 330mila, pari al 21,97% del totale del sistema produttivo nazionale.
Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia le regioni in cui si concentra il maggior numero di imprese guidate da donne. Molise, Basilicata e Abruzzo quelle in cui, invece, il “peso” delle donne d’impresa è maggiore e pari a oltre un quarto del totale delle attività esistenti.
Fonte: Il Quotidiano del Sud