Potenza – Gli «evasori» del vaccino tra i camici bianchi. In tutta Italia sono 45.753 i medici, infermieri e personale sanitario (2,36%) non ancora vaccinati. Il Ministero ha chiarito una volta per tutte il contenuto della legge che li obbliga al vaccino pena trasferimento o licenziamento. Una normativa, per la verità, scritta male e aggirabile che è stata spiegata meglio da una circolare: per i non vaccinati ingiustificati non c’è più scampo. Sono considerati inidonei alla mansione sanitaria. Una volta accertata la mancata vaccinazione da parte dell’Azienda sanitaria, il provvedimento di sanzione è automatico, si va incontro alla sospensione.
La questione riguarda, ovviamente, anche la Basilicata dove la percentuale di medici e infermieri non vaccinati è comunque al di sotto la media nazionale. Ma ecco il quadro statistico che riguarda la provincia di Potenza. Sono 1.932 i dipendenti totali dell’Azienda sanitaria del capoluogo lucano. Risultano vaccinati 1.675 e ne consegue che il 14,03 per cento non abbia ancora provveduto alla vaccinazione.
Per quanto riguarda i sanitari in senso stretto, inglobando medici e infermieri professionali, su 1.210 unità 1.061 sono stati vaccinati. In 149, quindi, pari al 10,3 per cento, non risultano «coperti».
Se al dato dei sanitari aggiungiamo anche gli Oss ed altri operatori non appartenenti alla categoria di medici e infermieri, la platea risulta essere costituita da 1.676 persone, di cui 1.426 vaccinati. Il 14,91 per cento (250 unità) è chiamato a ottemperare a quello che è, lo ribadiamo, diventato un obbligo per chi lavora nel settore sanitario.
L’Asp ha inviato una lettera – a firma del direttore sanitario Luigi D’Angola – ai «camici bianchi» inadempienti. È, in pratica, un ultimatum: si invita a sottoporsi alla vaccinazione in tempi rapidi. In alternativa l’azienda sanitaria procederà, in prima battuta, alla ricollocazione, ove possibile, del personale. Ma in epoca Covid spostare il personale sanitario in ambiti che non comportino il rischio del contagio è un’utopia. Ecco perché si va incontro a quella che è una sospensione nei fatti, vale a dire l’aspettativa non retribuita.
Gli Ordini regionali dei Medici sono orientati a disporre la sospensione dall’esercizio professionale. Rocco Paternò, presidente dell’Ordine di Basilicata, spiega: «Inviteremo di nuovo i colleghi a vaccinarsi. Se anche a questo appello non risponderanno allora verranno sospesi. Non è detto, però, che il rifiuto della vaccinazione dipenda da una posizione ideologica. Può scaturire anche da situazioni di rischio, per esempio un soggetto allergico. Ad ogni modo il vaccino – continua Paternò – ha rappresentato per tutti i medici lo strumento migliore di protezione individuale abbattendo del 99% la mortalità da Covid e proteggendo da una parte i medici stessi nell’esercizio della loro professione e dall’altra i cittadini. Quindi è giusto e doveroso che tutti in medici si vaccinino».
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno