Caldo torrido (sino a sfiorare i 40 gradi), carenza di acqua, concentrazione della raccolta in pochi giorni, manodopera inadeguata, mancanza di autotrasportatori: sono una miscela di fattori che sta mettendo a dura prova la campagna del pomodoro 2021. I produttori di pomodoro di Palazzo-Lavello-Alto Bradano del “triangolo lucano dell’oro rosso” sono fortemente preoccupati. Nelle sedi Cia-Agricoltori di Lavello e Palazzo si fanno i primi calcoli: su una produzione attesa di 1 milione 200 mila quintali di pomodoro da industria per un’estensione di 1200 ha di coltivazione (la resa è di 1000 quintali ad ha) la perdita è di circa il 20% ma con il passare dei giorni si teme possa aumentare. “E’ questa una stagione anomala ed eccezionale – sostiene Antonio Nisi, dirigente Cia e produttore storico di pomodoro – perché stiamo lavorando contro molti fattori che ci remano contro e ci portano a richiedere di attivare il Fondo di Solidarietà per indennizzi. Al caldo si aggiunge la difficoltà di raccogliere il prodotto in poco tempo determinando di fatto una situazione di intasamento presso gli stabilimenti di trasformazione. Quello che facevamo in dieci giorni adesso ci viene chiesto di farlo in tre. Tutto questo con la storica carenza di braccianti agricoli locali in attesa dell’arrivo dei lavoratori extracomunitari che si aggiunge all’insufficiente numero di autisti addetti al trasporto”.
“La situazione dei servizi irrigui nell’intera area Melfese-Lavellese-Alto Bradano è stata da noi denunciata nelle scorse settimane – evidenzia Alessandro Petruzzi, dirigente Cia, in rappresentanza dei produttori del Lavellese – rischia di avere conseguenze pesanti sulle produzioni ortive, prima tra tutte sul pomodoro che in questo vasto comprensorio è la produzione più importante. Proprio nel periodo di massimo potenziale assorbimento di risorsa da parte dell’area irrigua in sinistra Ofanto, in particolare nella piana di Gaudiano e Melfi, area di competenza del Consorzio di Bonifica della Basilicata, già Consorzio del Vulture Alto Bradano, gli imprenditori agricoli assistono impotenti ad un’autentica e ingiustificata sottrazione della risorsa irrigua. Purtroppo – dice Petruzzi – la nostra denuncia è stata sottovalutata. Ci vorrebbero dalle condotte e dagli impianti irrigui almeno un migliaio di litri al secondo”. Per la Cia “il quadro è paradossale e penalizzante con turnazioni e distribuzione di quantitativi di acqua insufficienti anche se le dighe al servizio dell’area sono piene. La più forte contraddizione -commentano i dirigenti della Confederazione- è che in questa estate l’acqua invasata c’è e contestualmente si rischia di perdere prodotto e reddito. Tale situazione nasce dalla volontà di programmare da subito i quantitativi di acqua necessari per tutta l’estate”.
Cia chiede, inoltre, interventi eccezionali immediati per attivare la mancata raccolta presso le OP, ricalcando ciò che è stato fatto nel 2020 (circolare MIPAAF del 20 agosto 2020) nell’ambito delle misure di prevenzione e gestione delle crisi dei programmi operativi e l’attivazione di un tavolo interministeriale, per risolvere in tempi brevi la questione dell’autotrasporto. Sarà molto difficile – sottolinea Cia – che si raggiungano le quantità prodotte del 2020, nonostante quest’anno il Centro Sud, complessivamente, abbia fatto registrare un aumento del 14% delle superfici coltivate a pomodoro, col dato assoluto che si attesta a 32.540 ettari. In Italia, la campagna di produzione dell’estate 2020 si chiuse con un incremento (+8% rispetto al 2019) dei quantitativi conferiti all’industria conserviera nazionale. Nel 2020 furono conferiti all’industria circa 5,16 milioni di tonnellate di pomodoro fresco.