Spesso si fa l’errore di pensare a chi si occupa di sviluppo web esclusivamente come a quel professionista che ha il compito di creare un sito web sfruttando tutto il suo bagaglio tecnico accumulato con fatica durante il proprio percorso formativo. Un’idea che non è sbagliata, ma racconta soltanto parzialmente dell’attività che viene svolta da un web developer. La sua preparazione tecnica è finalizzata non soltanto alla realizzazione del sito in questione, ma anche a tutte le altre attività accessorie di testing e di manutenzione che periodicamente devono essere poste in atto per mantenere alto il livello qualitativo.
I corsi aulab Hackademy sono incentrati proprio sulla creazione di quel bagaglio che consentirà al futuro sviluppatore web di avere una preparazione a tutto tondo su tutti gli aspetti che ruotano attorno alla vita di un sito, con lezioni teoriche svolte da esperti del settore, accompagnate da esercitazioni pratiche fondamentali per rendere l’accesso la mondo del lavoro il più veloce possibile.
Le attività di manutenzione sono varie e hanno dei costi che variano in base alla loro complessità e alla tipologia del sito sul quale ci si trova ad operare.
Diciamo che si va dai 20 euro annuali previsti per un sito personale senza troppe funzioni e pretese, agli oltre 2 mila euro per le piattaforme di e-commerce.
Attività di manutenzione tipiche
Si tratta prima di tutto di attività di testing di aspetti che interessano le feature del sito, gli eventuali link non funzionanti, le informazioni non corrette e non aggiornate e la compatibilità con i principali browser usati per la navigazione.
In secondo luogo si procederà con l’aggiornamento con eventuali installazione di patch in grado di risolvere le anomalie.
Il back up del sito permetterà di non perdere neppure un dato in caso di problemi. Di solito questa attività viene programmata con cadenza mensile e viene svolta quindi in automatico, ma capita che debba essere messa in atto manualmente.
Infine, si andranno a raccogliere e ad analizzare i dati relativi alle performance del sito a livello di visite tramite strumenti come Google Analytics. Questo permette di vedere se gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti o meno.
Vediamo alcuni dei costi aggiuntivi che potrebbero rendere il conto ancora più salato.
1. Rinnovo del dominio
Per creare un sito è necessario acquistare un dominio che non è altro che l’indirizzo che permetterà di trovarlo in rete. Il costo varia e di solito viene pagato o una tantum e mensilmente. Di solito non si tratta di una spesa eccessiva e con una ventina di euro annuali se ne viene fuori. Bisognerà però stare attenti a rimanere al passo coi pagamenti perché altrimenti si correrà il rischio di vedersi soffiare il dominio da qualsiasi sconosciuto interessato per qualche motivo a quell’indirizzo.
2. Certificato di sicurezza SSL
Avere un certificato SSL permette di mantenere il proprio sito più sicuro e di mettere il trasferimento delle informazioni sensibili al riparo da occhi indiscreti. I siti che garantiscono questo standard di sicurezza sono contrassegnati da protocollo https (anziché http) nella stringa dell’url, con un lucchetto che appare in quasi tutti i browser usati per la navigazione. Il certificato SSL più essere offerto gratis da chi offre il servizio di hosting del sito, ma spesso bisognerà pagare una somma variabile che anche qui varia in base alle dimensioni del sito e alla sua complessità. Si va dai 10 ai 1500 euro.
3. Web hosting
L’hosting è un servizio di rete che consiste nell’allocare su un server web le pagine di un sito web o di un’applicazione web, l’unico modo per renderli accessibili su internet. Di solito per accedere a questo tipo di servizio ci si rivolge a un provider con costi variabili. In base alle funzioni offerte. L’opzione più economica è quella dell’hosting condiviso con costi che raramente superano il centinaio di euro. Le piattaforme per la creazione di siti web come WordPress o Wix costano leggermente di più ma offrono anche opzioni gratuite, mentre per un server dedicato i costi lievitano parecchio con punte anche di oltre 20 mila euro annuali.