Sono 7.670 le assunzioni di personale programmate dalle imprese in Basilicata da ottobre a dicembre, con un calo netto di 1.300 unità rispetto allo stesso periodo del 2021 e con poco meno del 50% delle assunzioni considerate di “difficile reperibilità”. A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal commentato da Rosa Gentile (Confartigianato), presidente del Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio Basilicata. Le prospettive meno favorevoli, in ragione del rallentamento dell’economia
I contratti a tempo determinato si confermano la forma maggiormente proposta, pari al 51,5% del totale, sebbene in calo rispetto a ottobre 2021 quando rappresentava il 55,8% del totale. Seguono i contratti a tempo indeterminato ( 19,7%), quelli in somministrazione (10,5%), gli altri contratti non alle dipendenze (8,1%). L’apprendistato viene proposto in tutt’Italia per appena 25mila assunzioni (5,3%). E’ questa – dice Gentile – una delle “”note dolenti”” che caratterizza il nostro mercato del lavoro con lo scarso ricorso delle pmi all’apprendistato che invece è lo strumento fondamentale per avvicinare i giovani al mondo del lavoro e per trasmettere le competenze tipiche delle attività che hanno fatto grande il made in Italy nel mondo. L’Italia deve investire su questo contratto che coniuga il sapere e il saper fare, e che ha formato generazioni di lavoratori ma è stato anche la ‘palestra’ per migliaia di giovani che hanno creato a loro volta un’impresa”.
“Dobbiamo perciò impegnarci per avvicinare sempre più l’orientamento al mondo del lavoro e per far questo è necessaria innanzitutto un’azione culturale, da rivolgere non solo ai ragazzi, ma prima di tutto ai genitori: non esiste una scuola di serie A, composta da licei, e una scuola di serie B, composta da istituti tecnici e professionali. Il rischio è quello di veicolare un messaggio sbagliato, che porta a un ‘orientamento’ fuorviante verso i nostri giovani, a prescindere dalla richiesta del mercato del lavoro. Tanto più – aggiunge la dirigente Confartigianato – che l’artigianato oggi è profondamente cambiato, persino quello più tradizionale”.
L’altra “”nota dolente”” – continua – è la persistente difficoltà di reperimento del personale, che complessivamente riguarda il 45,5% delle assunzioni, raggiunge il 60,7% per gli operai specializzati, il 47,5% per le professioni tecniche, il 46,8% per le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi e il 46,1% per professioni intellettuali, scientifiche e ad elevata specializzazione. Ci sono figure come artigiani ed operai specializzati in rifiniture in campo edilizio che toccano il 71%.