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Giochi di carte: quali sono i più popolari al mondo e in Italia?

Tra i giochi di carte più popolari al mondo c’è sicuramente il Poker, anche per coloro che non conoscono le regole e hanno mai preso parte ad una partita, questo gioco resta tra i più celebri in assoluto, apprezzato anche grazie ad una quantità di film e serie tv di cui è protagonista, anche recenti produzioni come Poker Face. Nella sua versione virtuale quanto in quella reale, è forse il gioco di carte più famoso a livello mondiale. Cuori, Quadri, Fiori, Picche sono i semi principali e talvolta prendono nomi diversi a seconda del mazzo di carte utilizzato. Un mazzo regolare contiene 54 carte, Jolly inclusi, ma il numero di quelle impiegate varia in base al gioco selezionato o alla versione di Poker prevista. In quella classica è il primo giocatore collocato alla sinistra di colui che distribuisce le carte a decidere se aprire o passare: cioè può scegliere se entrare nel gioco oppure buttare via le sue carte e non prendere parte alla mano. In seguito, ogni altro giocatore deve effettuare una scelta: vedere (accettando la puntata) oppure rilanciare (alzando la cifra messa sul piatto dal primo giocatore). Ogni partecipante alla sfida ottiene due carte (che non possono essere cambiate nella versione classica, il cambio è invece previsto in quella all’italiana) ed il mazziere scoprirà sul terreno di gioco un totale di 5 carte comunitarie, scoperte al centro del tavolo (prima tre carte, poi una ed infine l’ultima) ed è previsto un turno di puntata ogni volta che si scoprono le carte. Per altri giochi le regole sono ben diverse, così vale per Scala 40 dove occorrono ben due mazzi da 54 carte o Ramino.

Quando si gioca a carte si pensa di riflesso ai mazzi che vengono mischiati e serviti tra i giocatori ma sono ormai altrettanto noti sono anche quelli che, sempre più spesso, richiedono l’utilizzo di un dispositivo elettronico: Solitario, Freecell e Spider sono i più famosi tra quelli installati di default sui computer.

In Italia persiste, anche in conseguenza di una ben radicata tradizione, l’utilizzo dei mazzi cartacei. I più conosciuti a livello nazionale sono quelli napoletani e quelli piacentini. La differenza sostanziale è nel design: le figure delle carte piacentine sono definite doppie o anche specchiate. Entrambi composti da un numero complessivo di 40 carte, i mazzi rappresentano l’elemento essenziale che dà vita a giochi come Briscola, Assassino e Scopa e vedono il loro picco di utilizzo durante i periodi di festa, quando le famiglie si riuniscono e riscoprono il piacere di fare una partita.

Altrettanto noto nel panorama nazionale italiano è il gioco del Burraco, un gioco di carte che fa parte della famiglia della Pinnacola. Nato probabilmente in Uruguay, si è diffuso in Italia solo intorno agli anni ottanta, riscuotendo subito un certo successo. Secondo le regole per giocare a burraco, servono due mazzi di carte, con l’unica differenza che, rispetto al Poker, i jolly sono mantenuti e viene così raggiunto un numero di carte complessivo pari a 108. Nella versione più diffusa si affrontano due coppie ma è possibile anche fare un testa a testa. In quest’ultima tipologia, ciascun giocatore riceve undici carte che costituiranno la propria mano e si posizionano al centro del tavolo, disposti a croce, due mazzetti di carte da undici. Infine, una carta viene scoperta e prende il nome di monte degli scarti, le altre vengono posizione a fianco dei due mazzetti nel centro del tavolo da gioco. Ogni fase della partita si compone necessariamente di tre mosse: presa, nessuno o più appoggi ed infine scarto. Con presa si intende la pesca di una carta ad inizio turno: il giocatore può scegliere tra le carte coperte sul terreno di gioco oppure la scoperta del monte degli scarti, ma in quel caso dovrà prendere anche tutta la pila sottostante. In seguito il partecipante alla sfida sceglie se aprire nuovi giochi oppure aggiungere carte a quelli già esistenti sul terreno. Infine si ha l’ultima fase del turno, in cui il giocatore scarta la carta. che non deve essere quella appena pescata, a patto che non ne abbia due uguali in mano.

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