E’ una ricorrenza indimenticabile quella odierna per il sud Italia, in particolare per Basilicata e Campania. Il 23 novembre 1980, data stampata nella mente di tutti, si verificò il gravissimo sisma di magnitudo 6,9 gradi della scala Richter, e del X° grado della scala Mercalli. Circa 90 secondi di terrore, per una profondità di 30 km. Tre le regioni interessate, Basilicata (131 Comuni), Campania (542 Comuni) e Puglia (14 Comuni). Di questi 37 dichiarati disastrati, 314 gravemente danneggiati e 336 danneggiati. In totale un sisma che ha toccato circa il 9 % dei Comuni italiani. La forza del sisma ha colpito una superficie di 17.000 km e coinvolto una popolazione di circa 6 milioni di abitanti. 2914 le vittime, 8848 i feriti, 280.000 gli sfollati e ben 362.000 le abitazioni distrutte e danneggiate dal terremoto. Oggi in Italia è ancora in vigore un’accisa di 75 lire (4 centesimi di €) su ogni litro di carburante acquistato, imposta dello Stato per finanziare la ricostruzione. Sant’Angelo dei Lombardi, centro dell’Irpinia, il Comune che ha pagato più a caro prezzo per numero di vittime. Ben 482. Il sisma in Basilicata ha interessato Bella, Balvano, Brienza, Castelgrande, Muro Lucano, Pescopagano, Potenza, Ruvo del Monte e Vietri di Potenza. A Balvano 77 morti, di cui 66 causati dal crollo della chiesa Madre, oggi ricostruita allo stesso posto. La Basilicata e la Campania non dimenticano quel giorno che ha segnato la vita di molti, e che non sarà mai dimenticato. A distanza di 42 anni tantissimi luoghi sono ancora “intatti”. Molti non hanno ancora avuto un alloggio.
Claudio Buono