Le attività d’indagine hanno permesso di neutralizzare un’organizzazione criminale dedita all’evasione dell’IVA sugli acquisti di elettrodomestici e prodotti hi-tech, effettuati in diversi Paesi europei, quali Olanda, Bulgaria, Cipro, Germania, Repubblica Ceca e Slovacchia. L’organizzazione si avvaleva di una vasta filiera di imprese “cartiere” dislocate prevalentemente in provincia di Salerno, che ometteva di versare l’IVA all’erario. Tali società, erano prive di strutture aziendali, di personale dipendente, di capacità economiche e operative e spesso addirittura totalmente sconosciute presso gli indirizzi dichiarati quale sede legale o amministrativa; per ostacolare le attività
Il dominus dell’associazione a delinquere è stato individuato in un soggetto di Roma, amministratore di fatto di tutte le società coinvolte, che unitamente ad un cittadino di Atella (PZ), suo fiancheggiatore e stretto collaboratore, è stato destinatario della misura cautelare in carcere. Altri due romani, invece, sono stati molto attivi nell’organizzazione, che hanno coadiuvato nella fase operativa della frode il dominus, affinché si potesse realizzare l’evasione dell’IVA per il considerevole importo di oltre 57 milioni di euro. Per loro il G.I.P. ha disposto l’obbligo di firma. Agli arresti domiciliari, invece, è finito un commercialista di Napoli, consulente di alcune società cartiere, che si è prestato, altresì, all’esecuzione di quegli adempimenti tecnici, quali la costituzione delle imprese, l’avvicendamento degli amministratori, necessari per infittire e ulteriormente complicare la trama criminale.
Oltre a tali soggetti, vi è, poi, l’intero sottobosco costituito da 22 amministratori, solo sulla carta, delle società, destinatari di una perquisizione finalizzata al sequestro di disponibilità economiche e finanziarie per tutelare l’Erario e soddisfare il debito di oltre 57 milioni di euro accumulato in poco più di cinque anni oggetto di indagine. Per completezza di informazione, va precisato che i provvedimenti cautelari intervengono nella fase delle indagini preliminari e sono basati su imputazioni provvisorie. Vige, dunque, nei confronti di tutti gli indagati la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva, che si avrà solamente al termine delle varie fasi processuali.