L’Azienda sanitaria di Potenza è la prima in Italia ad avviare una ‘task force’ per la prevenzione integrata salute umana e sanità animale
È stato sottoscritto presso il dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università Aldo Moro di Bari il Protocollo di intesa sulla Prevenzione integrata tra salute umana e sanità animale. Un appuntamento a cui hanno preso parte l’ASP Basilicata con il Direttore Generale Luigi D’Angola ed il Direttore del DiMeV Nicola Decaro. Un protocollo che nasce a seguito del Decreto Legge n.36 dello scorso 30 Aprile 2022, convertito successivamente nella legge n.79 del 29 giugno 2022 e che istituisce il “Sistema Nazionale Prevenzione Salute dai rischi Ambientali e Climatici (SNPS)” con l’obiettivo di armonizzare politiche e strategie attuate dal Servizio Sanitario Nazionale e tese a prevenire, controllare e curare le malattie sia acute che croniche trasmissibili e non trasmissibili associate a rischi ambientali e climatici. L’esigenza di un intervento in materia di prevenzione, cura e riabilitazione, già avvertita e normata in epoca storica diversa da quella corrente (con la Legge 833/78 e successivi decreti 502/79, 517/79, 229/82), è divenuta essenziale ed ulteriormente attuale in conseguenza degli stravolgimenti intervenuti a livello mondiale e che hanno riguardato tanto gli aspetti sanitari che quelli sociali, economici, infrastrutturali, alimentari e dei controlli dei rischi associati direttamente o indirettamente a determinanti ambientali e climatici dell’intero pianeta. Già la legge di riforma costituzionale attribuisce un ruolo di primo piano alla tutela ambientale intesa, oltre che come habitat umano, quale bene autonomo connesso alla biodiversità, agli ecosistemi e alla tutela della salute, attribuendo quindi un valore di norma superiore nell’ordinamento giuridico ed un riferimento obbligatorio per le norme successive.
Queste determinazioni a cui si era già giunti per affermare e consolidare il principio che salute umana e salute animale fossero indissolubilmente legate tra loro e che avevano generato il concetto/visione di “one health”, alla luce delle ricerche ultime e degli eventi che hanno interessato lo scenario mondiale, necessita di un “dire” più completo ed attuale. Ciò perché oggi occorre partire dall’esame dell’intero ecosistema per ipotizzare prima ed attuare poi interventi idonei a garantire, all’intero pianeta, livelli di salute coerenti con le nuove realtà. Si impone, per tanto, una modifica dell’approccio concettuale integrato da “one health” a “Planetary Health”. La nuova locuzione, che non vuole essere solo una mera diversa definizione letterale, richiede una visione nuova sia di approccio metodologico che organizzativo per generare evidenze a supporto dei decisori e guidare lo sviluppo di politiche e strategie. Tutto ciò impone alle strutture deputate all’assistenza sanitaria di ancorarsi, ancor di più, al livello territoriale per unificare e coordinare le iniziative tese ad individuare gli interventi necessari, tenendo conto in modo particolare del cambiamento climatico del nostro pianeta, che di per sé rappresenta un rischio per biodiversità, ecosistemi, infrastrutture e sistemi alimentari, in quanto la perdita di questi fattori è dimostrato avere un impatto negativo sull’uomo, flora e fauna, mettendo a repentaglio i sistemi di salvaguardia della salute come ad oggi consolidati. A tutto ciò si aggiungono gli ultimi avvenimenti mondiali (emigrazioni, guerre, pandemie) che hanno indotto lo spostamento di milioni di persone, animali e di merci, determinando in maniera sostanziale una nuova “emergenza sociale” favorita anche dalla facilità di spostamento, dalla urbanizzazione e dal senso di accoglienza che i paesi più industrializzati hanno posto in essere.
I nuovi assetti ed equilibri mondiali, europei e nazionali insieme ai cambiamenti climatici che hanno determinato negli ultimi tre decenni un clima più caldo dei precedenti delineano uno scenario delicatissimo che impone l’assunzione di impegni notevoli non più procrastinabili, se si vogliono, in concreto, affrontare le sfide che ci attendono. Anche in un territorio più piccolo, come quello della Regione Basilicata, risulta indispensabile la messa in campo di azioni finalizzate a dare attuazione e senso compiuto alle previsioni normative di cui alla Legge 79/2022. La ASP di Potenza- che risulta essere la sesta provincia in Italia per superficie con i suoi 6.594,44 Kmq e, con i suoi 100 comuni, la 25^ (su 110)- con DDG n. 831 dello scorso 19 dicembre, ha ravvisato la necessità di costituire un gruppo di lavoro interdisciplinare con funzioni di studio e coordinamento per favorire e accompagnare i processi decisionali territoriali in un’ottica di approccio integrato e trasversale alla prevenzione, sorveglianza e controllo delle malattie in ordine ai fattori di rischio soprarichiamati.
Va sottolineato che la Asp di Potenza, allo stato attuale è l’unica in Italia ad aver determinato la costituzione di tale task-force, e lo ha fatto coinvolgendo, per una più integrata e compiuta gestione delle dinamiche di prevenzione, i due Dipartimenti di Prevenzione (Prevenzione collettiva salute umana e Sanità e benessere animale). Questo anche per garantire l’integrità biologica. Il gruppo di lavoro potrà apportare le esperienze e conoscenze territoriali, atteso che lo stesso legislatore nazionale dovrà prevedere l’inserimento ed il coinvolgimento dal basso dei vari attori istituzionali che interagiscono in tema di salute ed ambiente. In prospettiva il gruppo di lavoro sarà integrato, in un sistema a rete, dall’ingresso di altri diversi attori interessati per offrire alla Regione ogni elemento utile per l’auspicabile istituzione del “Sistema Regionale di Prevenzione Salute dai Rischi Ambientali e Climatici (SRPS)”. Il gruppo di farà anche attività di formazione e informazione all’interno dell’Azienda per i dipendenti che operano nei due Dipartimenti. Formazione che verrà fatta anche all’esterno interessando e coinvolgendo anche le organizzazioni professionali agricole (OPA) e le associazioni di categoria. Inoltre, alla task-force sarà consentito di produrre materiale divulgativo da distribuire nelle scuole di ogni ordine e grado coinvolgendo in maniera consapevole e future generazioni su quello che sarà il ruolo benefico derivante da un comportamento adeguato e corretto.
“Il gruppo di lavoro proposto- ha ricordato il Direttore D’Angola- sarà attestato in capo alla Direzione Sanitaria Aziendale, sarà interdisciplinare, coinvolgerà i due Dipartimenti di Prevenzione. A completezza delle azioni intraprese, l’ASP con il supporto del Dipartimento, ha anche richiesto a fine novembre la collaborazione con il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università Aldo Moro di Bari in termini di affiancamento del gruppo di lavoro che oggi si concretizza con la firma di tale Protocollo. Il tutto si è reso indispensabile per ottenere supporto formativo e di ricerca derivante dal rapporto con il mondo universitario. In riscontro il Dipartimento universitario ha espresso parere favorevole alla stipula di un accordo di collaborazione tra DiMeV ed ASP di Potenza”. E’ orientamento dell’azienda ASP estendere l’intesa anche ad altre strutture universitarie per la quota parte riguardante la Prevenzione nella Salute Umana. Fondamentale risulterà pertanto l’apporto delle Università di Medicina e Medicina Veterinaria, per coinvolgere specifiche competenze.
In proposito, il Professor Nicola De Caro, Direttore del Dipartimento Medicina Veterinaria dell’ Università di Bari, ha confermato la sua totale disponibilità, anche per la sottoscrizione di un primo protocollo d’intesa. Per favorire la socializzazione, condivisione e conoscenza delle attività che si porranno in essere, il sito aziendale della Asp conterrà un’apposita sezione con i link di siti ufficiali (mondiali, europei e nazionali) riportanti documenti/news in materia di salute umana, animale, di clima e di argomenti sulle emergenze territoriali. Una volta costituito il gruppo da considerare quale “germoglio”, occorrerà contattare e favorire l’ingresso, in un sistema a rete, di altri diversi attori interessati, per offrire alla Regione ogni elemento utile per l’auspicabile istituzione del “Sistema Regionale di Prevenzione Salute dai Rischi Ambientali e Climatici (SRPS)”.