Grande emozione e momenti di riflessione ieri sera durante la seconda serata del Festival di Sanremo, quando il palco dell’Ariston ha ospitato Pegah Moshir Pour, attivista iraniana di 31 anni che, non tutti sanno, vive in Basilicata, a Potenza. Ieri dal palco ha lanciato un importante messaggio di liberto per tutte le donne e ha pregato per chi in Iran deve difendere i propri diritti. E’ stata presentata da Amadeus mentre quest’ultimo raccontava dei problemi in Iran, causati dalla politica del regime che limita i diritti e le libertà personali dei cittadini. Pegah Moshir, commossa, ha parlato alla platea dell’Ariston e all’Italia.
«In Iran – ha esordito a Sanremo – non avrei potuto presentarmi così vestita e truccata, né parlare di diritti umani sul palco, sarei stata arrestata o forse addirittura uccisa, è per questo che, come molti altri ragazze e ragazzi, ho deciso che la paura non ci fa più paura e di dare voce a una generazione crescita sotto un regime di terrore e repressione, in un paese bellissimo, uno scrigno di patrimoni dell’umanità. In Iran, per ballare per strada si rischiano dieci anni di prigione, è proibito baciarsi e tenersi mano nella mano con la persona che ami, si paga con la vita il desiderio di esprimere la propria femminilità, più di 20 milioni di persone vivono sotto la soglia di povertà, ci sono bambini sfruttati che chiedono l’elemosina, cani innocenti vengono uccisi per strada, ci son più di 18 mila tra intellettuali, dissidenti e prigionieri politici che spariscono nel silenzio, e più di un milione di rifugiati afghani perseguitati, e chi è omosessuale rischia l’impiccagione”. Pegah, affiancata poi da Drusilla Foer, ha raccontato la situazione del paese, prima di esclamare “donna, vita, libertà” e abbracciare proprio Drusilla.
Pegah è come detto lucana, ha 31 anni e una laurea magistrale in ingegneria. E’ in particolare una attivista, in prima fila, e divulga sempre contenuti su quanto sta accadendo in Iran. E’ arrivata in Italia 22 anni fa, quando ne aveva 9: è stata costretta a lasciare l’Iran perchè rischiava la vita. E ora con la sua attività prova a fare sempre luce su quanto accade in Iran e a smuovere le coscienze.
Claudio Buono