Le arterie stradali che collegano i comuni potentini alle regioni confinanti continuano ad essere oggetto di costanti ed intensi controlli da parte dei militari del Comando Provinciale di Potenza. Nella notte tra martedì e mercoledì scorsi, vale a dire a cavallo tra il 7 e 8 febbraio, analogamente a quanto accaduto di recente, nottetempo, nel medesimo territorio comunale, tra il 30 e 31 gennaio, un altro gruppo di malfattori è stato intercettato dai Carabinieri della stazione di Oppido Lucano, nel mentre si aggirava tra le campagne della zona. Agli operanti, impegnati nell’esecuzione di servizio perlustrativo finalizzato a contrastare reati che rientrano nel novero delle cosiddette forme “predatorie”, non è sfuggita l’andatura sospetta seguita da due autovetture che procedevano a breve distanza, con la prima di esse a mo’ di staffetta, seguendone i movimenti, fintanto che i due veicoli non si sono avvicinati per poi accostarsi in una piazzola lungo la SS 96bis, importante asse viario che porta alla Puglia.
Alla vista della pattuglia della Benemerita i soggetti a bordo delle due auto hanno tentato la fuga, motivo per cui ne è scaturito un inseguimento per circa 3 km, nel corso del quale l’equipaggio dell’Arma è riuscito a sorpassare uno dei due veicoli, che, al fine di sottrarsi al controllo, ha tentato una manovra di speronamento, non riuscendosi solo grazie alla prontezza del conduttore militare. La fuga ha avuto termine solo nel momento in cui, vistisi braccati e divenuti ormai riconoscibili nelle loro fattezze, poiché a distanza ravvicinata, i fuggitivi sono stati costretti a desistere e fermarsi a bordo strada. Nella circostanza gli stessi, residenti in Puglia, sono stati identificati e perquisiti. Nella prima autovettura, risultata rubata in provincia di Foggia, era alla guida un uomo di origini straniere. Il veicolo riportava due targhe diverse, quella anteriore del tutto falsa e quella posteriore rubata alcuni mesi prima da un diverso veicolo, all’evidente scopo di ostacolare eventuali investigazioni. Sulla stessa auto venivano rinvenuti un ammasso di cavi verosimilmente sottratti a linea elettriche a media/alta tensione, il cui rame era già stato estratto.
L’altro mezzo, che aveva cercato di fare da apripista prima e durante la fuga, era condotto da un soggetto privo di patente di guida, poiché mai conseguita, in compagnia di un terzo. Entrambi non erano in grado di giustificare la loro presenza in piena notte in quell’area. Per tali ragioni, sebbene siano ancora in corso accertamenti in ordine agli elementi indiziari raccolti, tutti e tre sono stati deferiti all’A.G. per il reato di ricettazione, pur valendo, a loro carico, la sussistenza del principio di presunzione di innocenza.