Prof. Liliana Dell’Osso tra le otto storie di donne premiate dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Toscana
La professoressa Liliana Dell’Osso – lucana, originaria di Bernalda, Presidente della Società Italiana di Psichiatria, direttore della clinica psichiatrica dell’Università di Pisa, tra I “Lucani Insigni 2020”, l’unica lucana presente nella banca dati online con i profili di cento esperte nelle aree scientifiche, secondo il progetto “100 donne contro gli stereotipi aree scientifiche” – è tra le otto storie di donne premiate ieri sera in una cerimonia dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Toscana. Un premio a otto storie di donne, spesso lontane dai riflettori, che nell’ultimo anno si sono particolarmente distinte nei loro campi di attività. E, a fianco a queste, un riconoscimento speciale alle donne iraniane impegnate nella battaglia per la loro libertà, per l’occasione rappresentate dal movimento ‘Donna Vita Libertà’. La cerimonia si è svolta nella sala Gonfalone di palazzo del Pegaso, dove il presidente dell’Assemblea legislativa toscana, Antonio Mazzeo, ha salutato le premiate e i tanti partecipanti sottolineando come tante presenze “sono il segno più bello dell’importanza di questa giornata”.
“La scelta del premio alle 8 storie di donne dimostratesi eccellenze in vari campi, ha il significato, ha detto Mazzeo, di affermare che “sì, le donne possono farcela più e meglio degli uomini”. E ha aggiunto che per realizzarlo serve un presupposto: “tutte e tutti devono avere le stesse opportunità e gli stessi diritti, proprio come sancito dall’articolo 3 della Costituzione”. Un richiamo non casuale, perché la realtà, invece “ci dice, purtroppo, che permangono profonde differenze nella condizione, soprattutto lavorativa, fra uomo e donna. Si chiama ‘gender gap’ e le istituzioni hanno il dovere di creare le condizioni perché la parità sia raggiunta e sia effettiva”. Passi avanti, ha aggiunto, “negli ultimi due secoli ne sono stati fatti, ma molti se ne devono ancora fare. Tanti passi avanti sono stati fatti ma tanti sono ancora da fare. Pensate che fino al 1919 una donna non poteva vendere la casa senza la firma del marito, fino al 1946 non avevano il diritto di voto, fino al 1975 esisteva ancora il delitto d’onore e solo nel 1996 lo stupro diventa delitto contro la persona”. E un ultimo pensiero, infine, Mazzeo ha rivolto infatti a tutte le donne vittime di violenza e a tutte le donne uccise per mano di un uomo.