La bacheca di Fabio Mecca, giovane enologo lucano, si arricchisce di un importante premio, l’ennesimo. È quello ottenuto a Matera, nell’ambito dei «Wine Awards» di Food and Travel Italia, il prestigioso evento enologico che celebra le aziende produttrici italiane e internazionali che brillano per qualità, selezionate da una giuria di esperti del settore, dalle redazioni dell’importante magazine dedicato al food&wine e ai viaggi gourmet, e dagli stessi lettori. Mecca, 41 anni originario di Barile, ha ricevuto nella Città dei Sassi, il premio «Enologia e territorio». «Sono estremamente contento e felice per il premio ricevuto – commenta – perché evidenzia il focus preciso sul quale verte tutto il mio lavoro, territorio e vitigno, elementi che mettono in rilievo le caratteristiche dei miei vini».
Una passione quella per il vino che affascina da subito il giovane lucano. Si è laureato nel 2006 a Conegliano Veneto in Scienze e Tecnologie Viticole ed Enologiche e, cresciuto nel mondo della viticoltura, iniziò nel 2007 a lavorare nell’impresa di famiglia, la cantina Paternoster in Basilicata e da lì poi partì veleggiando verso il mondo del vino italiano, cominciando ben presto a mietere i primi successi. Nel biennio 2011-2012 è stato segnalato nei focus sul meglio della viticoltura italiana da parte di Wine News, per poi arrivare nel 2021 all’importante premio «Enologo dell’anno» per Food and Travel. L’anno successivo gli è stato conferito il «Giulio Gambelli».
«Il mestiere di enologo ha avuto una netta e repentina evoluzione, è sempre più centrale nella vita di ogni cantina – racconta – deve avere le idee chiare su che vino produrre, valutare con la proprietà ogni strategia commerciale e di comunicazione, essere preciso e presente». Attualmente Mecca segue 20 aziende in tutta Italia, dalla Toscana alla Sicilia, passando per la Basilicata. «La Lucania enologica è una vera Eldorado del vino – spiega Mecca – nemmeno noi abbiamo reale coscienza del vero potenziale della nostra terra, abbiamo territori e vitigni unici, dal Vulture al Materano, dal Grottino di Roccanova alle Terre dell’Alta Val d’ Agri, senza dimenticare areali interni dalla grande potenzialità, come ad esempio la Val Camastra». Quanto alle nuove normative europee, Mecca si dice «esterrefatto sulla nuova direttiva proposta dalla Comunità Europea in merito alla possibilità di mettere in etichetta che il vino fa male. Ogni cosa se si eccede, fa male, dalla pasta alla carne, il vino è cultura millenaria, crea business ed emozioni, non può essere trattato così».